Una persona concreta come poche, meticoloso e pragmatico ma anche sognatore ed aggregatore, nonostante non perda mai di vista i numeri, la contabilità, la realtà dei fatti. Sognare è necessario ma portare a termine progetti fattibili è certamente meglio. Giuliano Menozzi festeggia trent’anni al fianco dello Sporting Chiozza, creatura alla quale il dirigente ha dato molto, sia nei momenti di splendore sia durante i giorni più difficili. Imprenditore e uomo di calcio, socio dell’azienda Oleodinamica Reva, impresa elitaria dalla reputazione internazionale nata dal genio e dallo spirito dell’industriale reggiano Italo Iotti, Cavaliere del lavoro che ci ha lasciato poco prima di Natale. Dal 1991 Menozzi è parte integrante della vita quotidiana dello Sporting, lo abbiamo incontrato per una bella chiacchierata ricca di spunti e di contenuti.

Come si ci ammala di calcio giovanile? Trent’anni sono davvero tanti.

“Nella maggior parte dei casi è colpa dei figli (ride). In quegli anni abitavo a Chiozza e mio figlio Alberto iniziò, come tutti, la sua attività con la Scuola Calcio, allora già ben avviata da Antonello Ganappini. Andavo alle partite e quel mondo mi piaceva parecchio: c’erano tante persone, si organizzavano attività per i bambini ed era un modo per vivere la piazza, per stare insieme. Così iniziai a dare una mano in segreteria, accollandomi qualche attività, poi cominciai a seguire altre vicende fino a quando mi accorsi che, oramai, non potevo più fare a meno dello Sporting Chiozza”.

Come lei anche tanti altri hanno iniziato così.

“Tutti, da William Debbia a Mauro Bottazzi per passare a Loris Agnesini e ad Ettore Ugoletti. In quegli anni ho avuto la fortuna di poter lavorare con Renato Casoni, dirigente che mi insegnò molto e che cercavo di aiutare come potevo, nel tempo libero. Con gli anni siamo diventati una grande famiglia, i problemi di uno erano i problemi di tutti. Alla sera ci fermavamo sotto il campanile di Chiozza per discutere delle attività da svolgere e passavano le ore, fino a quando non arrivava qualche moglie arrabbiata restavamo nel sagrato a parlare di come fare a sistemare le reti o di chi dovesse segnare il campo. Bei tempi”.

Trent’anni che hanno segnato delle epoche. Ci parli della sua amicizia con Loris Agnesini.

“Parlo a Loris come si parla ad un fratello, a volte litighiamo in maniera piuttosto colorita ma dopo venti minuti siamo amici come prima. Agnesini è una persona meravigliosa, un vulcano in piena, ha sempre grande entusiasmo e la sua voglia di fare gruppo, di fare squadra è servita come collante, negli anni”.

Anni che sono volati via, impossibile non soffermarsi sulla figura di Mario Poli.

“Una persona buona, sempre pronta a fare quello che gli altri non volevano fare. Quando emerse la nostra volontà di dedicarci interamente al settore giovanile decidemmo di ripartire da zero, con una politica di gestione diversa e più attenta al profilo amministrativo. In quel frangente Mario ci appoggiò e così andammo avanti per la nostra strada, costruendo un vivaio di grande qualità sotto tutti i profili”.

 

Negli anni subentrò un ragazzo giovane che si mise subito in luce.

“Trattavamo Davide Caprari come un figlio. Per me, Mauro e tutti gli altri era un giovane da seguire e da fare crescere. Lui aveva una voglia di fare senza precedenti, se gli spiegavi due, lui imparava due al quadrato. Per il Chiozza ha fatto molto, sia dal punto di vista tecnico che per quanto riguarda la gestione dell’area agonistica. Oggi lavora per club professionistici e noi non possiamo che augurargli il meglio, ha grandi qualità”.

Menozzi non è solo un dirigente operativo, negli anni lei si è occupato anche della gestione promozionale del club ed inoltre ha sempre sostenuto la società sportiva con la sua azienda, la Oleodinamica Reva.

“Oleodinamica Reva ha sempre sostenuto la vita dello Sporting Chiozza, dagli albori ad oggi, l’azienda condivide appieno i valori dello sport giovanile e non si è mai tirata indietro davanti a nuovi progetti utili alla comunità, ai ragazzi. In azienda portiamo avanti l’insegnamento che ci è stato tramandato da Italo Iotti, una persona che ha sempre preferito costruire anziché distruggere. In tanti anni di attività imprenditoriale non ha mai lasciato indietro nessuno, anche quando arrivò ad avere più di novanta dipendenti. Una persona esemplare che ci ha stimolato e ci ha sempre appoggiato, se oggi Reva vanta una reputazione internazionale è specialmente merito del Cavaliere”.

La pagina più buia in questi trent’anni?

“Ci sono stati tanti momenti tristi, difficili, ma il dolore immenso è arrivato con la scomparsa di Francesco Rossi. Un boato. Sarà sempre nei nostri cuori”.

Uno zoccolo duro di dirigenti d’esperienza, che hanno messo cuore e polmoni in questa avventura sportiva. Al gruppo si sono uniti tanti giovani dirigenti come Vittorio Bondi, Lele Fiaccadori, Davide Maramotti e Filippo Dazzi, attuale presidente. Lo Sporting Chiozza ha oggi una squadra dirigenziale al completo, col giusto mix tra forze nuove e veterani del calcio.

“Siamo felici di poter lavorare insieme a ragazzi così appassionati, nutro molta simpatia nei confronti di questi giovani, anche se alle volte c’è uno scontro di scuole di pensiero, ma questo accade in tutte le famiglie ed è naturale. Filippo è un ragazzo molto intelligente, lavora molto e farà grandi cose, così come tutti gli altri ragazzi che sono subentrati per dare una mano. Noi della vecchia guardia siamo sempre a disposizione per un consiglio, per una telefonata o per aiutare in alcune situazioni. Siamo tutti accomunati dalla passione per il calcio giovanile e per la vita comunitaria ed è questo quello che conta. Forza Sporting Chiozza, ora e sempre”.