Missione Maia. Parte dall’atmosfera lo studio dell’inquinamento prodotto da diversi tipi di particolato per verificare gli effetti sulla salute delle persone. Arpae – l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia – partecipa al progetto Maia (Multi-Angle Imager for Aerosols), sponsorizzato dalla Nasa a attualmente in fase di sviluppo, che combinerà le misurazioni satellitari delle proprietà degli aerosol atmosferici e quelle in superficie delle concentrazioni di particolato (PM).

Un progetto che prevede studi sulle connessioni tra inquinanti nell’aerosol e problemi di salute, come malattie cardiovascolari e respiratorie ed esiti del parto, per numerose aree target primarie che comprendono le principali città di Stati Uniti, Europa, Medio Oriente, Africa e Asia.

“Un ottimo risultato, reso possibile dall’efficiente rete di monitoraggio della nostra Agenzia ambientale- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo-. Far parte di questo progetto ci consentirà di avere a disposizione strumenti di analisi ancora più dettagliati e precisi sulla qualità dell’aria e relativamente alle conseguenze dell’inquinamento atmosferico sulla salute: dati che ci aiuteranno nell’elaborazione di misure sempre più efficaci per contrastarlo. Un altro tassello- chiudono- per la Data Valley dell’Emilia-Romagna che conferma ancora una volta l’importanza della nostra regione nella ricerca scientifica, nella raccolta, gestione ed elaborazione delle informazioni a beneficio dell’intera comunità nazionale”.

In Italia, le Regioni coinvolte in questo studio scientifico sono Emilia-Romagna e Lazio. In Emilia-Romagna, Arpae collaborerà con il team di Maia, fornendo le analisi chimiche relative alla rete di monitoraggio di PM che comprende quattro diversi siti: Bologna, San Pietro Capofiume (area rurale nel bolognese), Rimini e Parma. Queste misurazioni sono necessarie per trasformare i dati del satellite in informazioni sulle concentrazioni di PM vicino alla superficie, in particolare quelle associate ai diversi costituenti chimici.

Arpae eseguirà analisi chimiche di routine per determinare le concentrazioni di carbonio elementare (EC), carbonio organico (OC), alluminio, ferro, e anioni SO4= e NO3, che contribuiscono al PM2,5 (particelle con diametro inferiore a 2,5 micrometri). Maia e Arpae lavoreranno insieme per definire la frequenza della raccolta dei dati e i protocolli di trasferimento dei dati stessi. Questa collaborazione include il coordinamento dei tempi di campionamento a Bologna, San Pietro Capofiume, Rimini e Parma con il passaggio del satellite.

“Arpae diviene un collaboratore dei progetti della Nasa sulla qualità dell’aria- sottolinea il direttore generale dell’Agenzia, Giuseppe Bortone-. Saremo coinvolti fin dalla pianificazione preliminare del progetto, prima del lancio del satellite, garantendo così che le decisioni tengano conto degli interessi di monitoraggio ambientale dell’Italia. Il progetto ci consentirà di avere importanti dati ed elaborazioni sull’aria e il clima, che saranno a disposizione dell’Agenzia e del resto della comunità scientifica italiana”.

 

Il progetto Maia

Il progetto Maia (https://maia.jpl.nasa.gov/) è guidato dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa nel sud della California. Il team include personale del Jpl, di altri centri Nasa e di diverse università, organizzazioni di ricerca federali, agenzie governative e partner internazionali.

Il cuore dello strumento satellitare Maia è una fotocamera digitale specializzata che acquisirà misurazioni multiangolari, multispettrali e polarimetriche della luce solare diffusa dalla superficie e dall’atmosfera terrestre. L’elaborazione al computer delle immagini satellitari genererà informazioni sulle caratteristiche fisiche dello strato di inquinamento atmosferico, come la quantità di particelle e la loro distribuzione dimensionale.

Il satellite verrà inviato nell’orbita terrestre a un’altitudine di 740 km. Il lancio è previsto per il 2022 e si prevede che la raccolta dei dati continui almeno fino a dicembre 2025.

La fotocamera orientabile di Maia consentirà la raccolta di immagini multiangolari su un ampio campo di osservazione. Integrando le osservazioni satellitari con le misurazioni effettuate a terra dai sistemi di monitoraggio del PM, sarà possibile generare mappe del PM e dei suoi principali componenti chimici, inclusi solfato, nitrato, carbonio organico, carbonio elementare e polvere, con una risoluzione di 1 km all’interno delle aree target individuate per lo studio. Una di queste si trova in Italia e copre un’area che si estende da Roma a Bologna.

I dati su nascite, decessi e ricoveri verranno utilizzati da un team di epidemiologi per studiare gli effetti sulla salute nelle aree target primarie. Sono state inoltre identificate più di venti aree target secondarie per studi sulla qualità dell’aria e sul clima.