La Squadra Mobile della Questura di Bologna nei giorni scorsi ha dato esecuzione all’Ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Bologna, su richiesta del P.M. dott. Flavio Lazzarini, nei confronti di B.D., classe 1994, in quanto riconosciuto responsabile della coltivazione illegale di 550 piante di marijuana del peso complessivo di oltre 100 kg e della detenzione di 800 grammi di marijuana e 200 grammi di hashish.

L’uomo, residente nel campo rom di via Tomba Forella a San Lazzaro di Savena, aveva creato una piantagione di marijuana di oltre 550 piante, su un terreno di proprietà del comune di San Lazzaro di Savena, proprio alle spalle dell’insediamento abitativo.

La piantagione, curata nei minimi dettagli senza lasciare nulla al caso, era stata scoperta nel mese di agosto dai poliziotti della IV sezione contrasto al crimine diffuso della Squadra Mobile bolognese che, nella circostanza, avevano arrestato B.D. poiché trovato in possesso di oltre 160 grammi tra hashish e marijuana.

Alle spalle del campo rom, infatti, i poliziotti, seguendo un sentiero tra la vegetazione, in un appezzamento di terra di proprietà del comune di San Lazzaro di Savena, si erano imbattuti in tre fitte piantagioni di marijuana, con piante di diversa lunghezza che, sradicate dal terreno, erano risultate del peso complessivo di oltre 100 kg.

L’attività svolta ad agosto aveva permesso di scoprire, oltre alla piantagione di marijuana, anche un laboratorio per essiccare le piante e quindi ottenere la sostanza stupefacente pronta per lo spaccio. Questo laboratorio era stato creato all’interno di alcune roulotte in disuso nei pressi del campo rom, con la marijuana conservata all’interno di alcuni barattoli in vetro. All’interno di queste roulotte, inoltre, era stata rinvenuta della sostanza stupefacente pronta per lo smercio, ovvero 800 grammi di marijuana, depositata per l’essiccamento, e ulteriori 200 grammi di hashish ed alcuni bilancini di precisione.

L’attività investigativa, non conclusasi con l’arresto in flagranza, proseguiva anche grazie all’ausilio della Polizia Scientifica che analizzava la sostanza stupefacente in sequestro ed effettuava i rilievi dattiloscopici sui barattoli e sui contenitori dove era conservata la sostanza stupefacente, riuscendo così rilevare le impronte di B.D.

Ad inchiodare B.D. ha contribuito anche il rinvenimento, da parte degli investigatori, nei pressi della sua roulotte, così come nelle piantagioni, dello stesso terriccio e dello stesso materiale per l’irrigazione e la coltivazione delle piante di marijuana, fugando così ogni dubbio sulla riconducibilità delle stesse all’arrestato.

Le risultanze investigative hanno così determinato il P.M. titolare delle indagini, dott. Lazzarini, a richiedere la custodia cautelare in carcere che è stata disposta dal GIP del Tribunale di Bologna in data 25 febbraio del 2021 e successivamente eseguita dalla Squadra Mobile.