“Una figura importante nel panorama modenese ed emiliano-romagnolo. Una donna animata da una profonda passione civile, che ha dato un contributo importante non solo alla causa femminile, ma anche alla crescita dell’intera società. In questi giorni in cui l’emergenza sanitaria, economica e sociale ha acuito e reso ancora più evidenti disparità e ritardi non più accettabili, il suo impegno è un esempio per tutti noi”.
Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che oggi ha partecipato in video collegamento all’intitolazione della sala conferenze della Casa delle Donne di Modena a Renata Bergonzoni, avvocata, donna delle istituzioni, tra le fondatrici di diverse associazioni femminili, a partire dalla Casa delle donne contro la violenza.
“La questione femminile è una grande questione nazionale, una priorità che dovrà essere al centro anche delle scelte del Recovery fund– spiega Bonaccini-. Serve un rinnovato impegno sul piano culturale e politico, anche in Emilia-Romagna. Perché la crisi che stiamo attraversando fa sentire i suoi effetti ovunque. Penso alle difficoltà che soprattutto le donne si trovano ad affrontare in campo lavorativo. Penso a quella vera e proprio piaga delle violenze domestiche e dei femminicidi, dalla quale nessun territorio o contesto può dirsi immune”.
Dai centri antiviolenza, al sostegno all’imprenditoria femminile, ai servizi attivi per il lavoro. L’impegno della Regione
Sul fronte delle pari opportunità e del miglioramento delle condizioni delle donne, l’Emilia-Romagna prosegue nel suo impegno diffuso. A partire dal nuovo Patto per il lavoro e il clima che individua come centrale il superamento del divario che esiste tra uomini e donne in campo lavorativo, sia in termini di accesso, che di reddito e carriera.
La regione può contare su una rete di 21 centri antiviolenza, 41 case rifugio e 16 centri per uomini maltrattanti, ma anche su tanti progetti in campo sociale e lavorativo.
Dagli interventi per sostenere l’autonomia abitativa delle donne vittime di violenza – oltre 650 mila euro per il biennio 2021-2022 – ai 42 progetti finanziati con 1 milione di euro per favorire l’inserimento femminile nel mondo del lavoro e la conciliazione dei tempi di cura.
Passando per le risorse a sostegno dell’imprenditoria femminile. Grazie al Fondo Starter, nel corso del 2020 sono stati erogati oltre 4,6 milioni di euro a 83 imprese femminili, mentre il Fondo Microcredito ha assegnato 1,2 milioni di euro a 59 tra imprese e professioniste femminili.
Senza dimenticare la formazione e i servizi attivi per il lavoro, un’azione continuativa, sostenuta da risorse del Fondo sociale europeo anche durante il 2020 nel periodo dell’emergenza Covid, con una partecipazione di 28.251 persone, di cui la maggioranza donne.