Modena, panoramica (Archivio fotografico del Comune)

Era sconosciuto al Fisco un bed and breakfast del centro storico finito nelle scorse settimane al centro degli accertamenti del nucleo Antievasione tributaria della Polizia locale di Modena. Al b&b gli operatori sono arrivati grazie alla segnalazione di un cittadino circa i rumori provenienti dall’appartamento, evidentemente causati dagli ospiti. Avviate le verifiche, è emersa l’attività di “house” prenotabile tramite AirBnB, il portale di prenotazioni su cui peraltro l’appartamento era recensito 188 volte. Il titolare non aveva però presentato negli uffici comunali la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), necessaria per le strutture ricettive, né aveva informato la Questura come richiesto dalle normative.

Riscontrata la mancanza dei permessi, per il 21enne sono scattate diverse sanzioni per un totale di 706 euro; inoltre, sono stati informati i servizi comunali che si occupano di verificare il versamento di Tari e Imu e soprattutto dell’Imposta di soggiorno, il cui mancato versamento potrà far scattare la contestazione di appropriazione indebita ai danni del Comune; si tratta di un reato che, se riconosciuto dall’autorità giudiziaria, prevede per il responsabile una pena che può arrivare fino a 5 anni di reclusione e 3mila euro di multe. Infine, della vicenda è stata informata l’Agenzia delle entrate che valuterà possibili condotte evasive.

L’episodio del b&b è solo uno dei numerosi casi trattati dal nucleo Antievasione tributaria della Polizia locale, che si occupa di evasione ed elusione fiscale e contributiva, concentrandosi in particolare sulle imposte comunali. Nel corso del 2020 gli operatori hanno raccolto sul territorio informazioni su 13.822 posizioni tra privati e operatori economici e hanno inoltrato 297 segnalazioni qualificate, ovvero posizioni sospette da approfondire su possibili “furbetti”, all’Agenzia delle entrate e alla Guardia di finanza. Fondamentale per lo svolgimento delle attività di polizia tributaria è, infatti, la collaborazione col Fisco, grazie a cui vengono condivise specifiche banche dati ministeriali, ma anche le sinergie attivate con l’Inps e l’Ispettorato del lavoro hanno facilitato lo scambio di informazioni e, di conseguenza, lo sviluppo di accertamenti. Proprio la cooperazione con l’ente previdenziale ha permesso di avviare di recente un’indagine che ha riguardato il caso di due coniugi albanesi di 82 e 86 anni, formalmente residenti in una palazzina di viale Gramsci assieme alla figlia e al genero, che da anni percepivano entrambi una pensione di assegno sociale per complessivi 12mila euro annui. Le verifiche, sostenute dalle dichiarazioni dei vicini, hanno dimostrato che in realtà i due anziani non vivevano a Modena e che, anzi, da tempo si erano trasferiti nel Paese d’origine (dove ricevono una pensione di 130 euro mensili). In viale Gramsci, infatti, tornavano solo occasionalmente per trovare i congiunti. Alla luce della presunta irregolarità, l’Inps previdenziale ha revocato l’assegno per i coniugi; inoltre, il Comune ha avviato l’iter per la cancellazione della residenza a Modena.

CRESCE IL RECUPERO DELL’IMU

Nel 2021 il Comune di Modena conta di recuperare otto milioni e 900 mila euro di evasione dell’Imu, con un aumento di quasi due milioni rispetto ai sette che era la cifra prevista per il 2020. E per il 2022 la previsione è ancora superiore arrivando a 9,1 milioni di euro. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il vice sindaco e assessore al Bilancio Gianpietro Cavazza presentando la manovra finanziaria in Consiglio comunale e sottolineando come migliori “la capacità di riscossione dell’ente e si rafforzino gli strumenti per il recupero dell’evasione, anche per garantire maggiore equità”.

L’aumento previsto per l’Imu (in relazione, soprattutto, a immobili, aree fabbricabili, contratti agevolati) è solo un esempio dell’incremento dell’azione di controllo dell’evasione di tributi e imposte comunali e di recupero di basi imponibili non completamente dichiarate.

Aumentano così anche le previsioni di entrata per il recupero di evasione della Tari (che passano da 1,5 a 2,1 milioni di euro) anche per lo slittamento dell’emissione di una parte degli accertamenti previsti nel 2020 e rinviati a quest’anno.

Tra i nuovi strumenti attivati c’è l’ulteriore sviluppo della collaborazione con l’Agenzia delle Entrate per attuare possibili forme di partecipazione alle azioni di contrasto all’evasione dei tributi erariali acquisendo in tal modo al Comune la quota del 100 per cento delle eventuali maggiori somme riscosse dall’Agenzia sulla base di accertamenti fiscali definitivi.

Nel frattempo, comunque, in occasione dell’adesione alla convenzione Intercent-Er per la riscossione volontaria e coattiva delle entrate tributarie avvenuta lo scorso anno, “sono stati incrementati i servizi richiesti a supporto dell’ufficio comunale – ha spiegato Cavazza – così da massimizzare i risultati in termini di recupero di evasione”.

 

CACCIA AI “FURBETTI”, SEGNALATI 297 CASI

Quasi 300 segnalazioni inviate all’Agenzia delle entrate per approfondimenti su possibili “furbetti”, in pratica una al giorno, e oltre 1.500 autorizzazioni per passi carrabili controllate. Sono solo alcuni dei numeri rappresentativi dell’attività nel 2020 del nucleo Antievasione tributaria della Polizia locale di Modena, che ha riservato un’attenzione particolare anche al rispetto dei requisiti per ottenere i sostegni economici destinati alle famiglie colpite dagli effetti del Coronavirus.

In particolare, nei mesi scorsi gli operatori di questa aliquota del Comando di via Galilei hanno svolto una significativa attività a supporto del settore Servizi sociali per l’assegnazione dei buoni spesa Covid e, a fronte di 164 controlli eseguiti nei confronti di nuclei domiciliati e non residenti a Modena, nel 45,8% dei casi hanno appurato l’effettiva mancanza del requisito necessario per beneficiare del sostegno. Gli accertamenti hanno quindi evitato l’assegnazione indebita di buoni spesa per complessivi 16mila euro che sono così potuti andare a chi ne aveva effettivamente diritto.

Per quasi la metà delle domande, 75 per l’esattezza, le verifiche hanno appurato che le persone richiedenti non avevano diritto al contributo o addirittura erano da anni irreperibili all’anagrafe comunale; altri non hanno risposto alla e-mail o ai recapiti telefonici inseriti in domanda; alcuni avevano dichiarato nei documenti vie inesistenti o si trattava di persone sconosciute agli altri inquilini del medesimo numero civico. Altri ancora sono risultati percepire uno stipendio o altre forme di sostegno economico.  Per tutti loro non è stato erogato alcun finanziamento.

Per quanto riguarda le segnalazioni qualificate inviate nel 2020 dal nucleo Antievasione tributaria al Fisco e alla Guardia di finanza, 297 fascicoli in tutto, i riscontri ottenuti nel corso dei mesi hanno permesso di individuare anche alcuni soggetti intestatari fittizi di diverse decine di veicoli, che, tuttavia, risultavano nullatenenti. Inoltre, grazie alle segnalazioni della Polizia locale, l’Inps ha revocato l’erogazione del reddito di cittadinanza a quattro persone che non ne avevano titolo, dal momento che svolgevano attività lavorativa irregolare; per loro è scattata, in aggiunta, la denuncia con l’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Infine, tra le altre attività svolte dagli operatori, anche le verifiche sui cartelloni pubblicitari affissi nel territorio comunale, 198 in tutto.