Lo snodo idraulico di Boretto, quasi 100 anni a servizio di circa 220 mila ettari di territorio coltivato attraverso le forniture garantite dalle canalizzazioni del Consorzio di Bonifica alle province di Reggio Emilia, Modena e Mantova, ha attivato in questi giorni 6 delle 28 pompe idrovore che prelevano le acque dal fiume Po per distribuirle alle colture tipiche dell’area. E proprio in queste ultime ore, in prossimità dello storico indispensabile impianto, stanno lavorando in contemporanea full time due escavatori per consentire la successiva messa in funzione di tutta l’opera a pieno regime per soddisfare in tempi adeguati la crescente richiesta irrigua.

Purtroppo, ancora una volta, per il secondo anno consecutivo, si rischia però di fare conti salati con il lascito invernale del Grande Fiume che ha trasportato proprio nell’ansa fluviale sottostante le pompe di prelievo idrico un ingente ammasso di sabbie e detriti che devono essere rimossi per permettere di pescare acqua a pieno ritmo. Fino ad alcune settimane fa infatti le quote idrometriche del Po non davano la possibilità di accesso agevole all’operazione per evidenti ragioni idrauliche ed in pochissimo tempo, come ormai accade sempre più di frequente negli ultimi anni causa anche il mutare repentino del clima, l’ammasso è aumentato notevolmente di dimensioni, accumulando quantità di materiale sabbioso superiori addirittura a quelli della scorsa stagione.

L’azione di contrasto però è già iniziata nell’immediato e in pochi giorni il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale arginerà il problema ripristinando l’utilizzo complessivo della struttura; una struttura, come anticipavamo, che serve un’area molto ampia in più province e condivisa con il Consorzio di Bonifica Terre di Gonzaga che opera prevalentemente nella zona lombarda, ma usufruisce dello stesso comune prelievo dal Po. C’è da dire, per l’esattezza, che il mantenimento e la corretta pulizia dell’alveo non competerebbe per competenza direttamente ai Consorzi, ma la Bonifica, volendo ripristinare rapidamente la funzionalità, svolge nella fattispecie un ruolo di supplenza di fatto per poter soddisfare i consorziati e tutti coloro che necessitano di risorsa idrica in questo inizio di anno particolarmente siccitoso come confermano i più recenti dati diffusi dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po. Ad oggi infatti il Po ha manifestato un calo medio di portata che in soli sette giorni è passato da quota 24% a 45% e nonostante restino a riserva ancora corpose quantità di neve sui rilievi e nei laghi Alpini non sono, per ora, previste precipitazioni abbondanti in grado di portare ristoro in breve tempo.

L’irrigazione quindi sarà sicuramente assicurata, ma va considerato con rinnovata attenzione da parte delle istituzioni competenti una criticità che con il passare degli anni peggiora visibilmente e può compromettere le produzioni locali se non si porrà congiuntamente adeguato rimedio risolutivo.