Nel 2020 l’Emilia Romagna ha avviato a corretto smaltimento 35.226 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Lo evidenzia il Rapporto Annuale 2020 del Centro di Coordinamento RAEE, l’istituzione che sintetizza i risultati conseguiti da tutti i Sistemi Collettivi che si occupano del ritiro presso i centri di raccolta e i luoghi di raggruppamento organizzati dalla distribuzione per la gestione dei rifiuti tecnologici in Italia.

Si tratta ancora una volta del secondo risultato più consistente a livello nazionale per volumi raccolti, nonostante una contrazione del 2,3% rispetto al 2019, corrispondete a 2.000 tonnellate in meno.

La raccolta dei RAEE del freddo e del clima (R1) rimane sostanzialmente stabile (+0,2%) per un totale 7.974 tonnellate. Si tratta di una delle poche performance positive registrate in tutto il Nord Italia e in buona parte del Centro. È invece in contrazione la raccolta dei grandi bianchi (R2) che con un -6,7% scende a 15.403 tonnellate, un risultato in controtendenza all’andamento positivo emerso a livello nazionale.

Con il segno meno anche la raccolta dei rifiuti da apparecchi con schermi (R3), che registra una flessione dell’1,1% per un totale di 4.780 tonnellate, e quella delle sorgenti luminose (R5) che evidenzia una contrazione del 2,3%, per un totale di 215 tonnellate.

Cresce invece la raccolta dei piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo (R4) che raggiunge le 6.853 tonnellate con un +5,3%, incremento percentuale comunque inferiore rispetto alla media nazionale.

Sostanzialmente invariata la raccolta pro capite che si attesta a 8,07 kg per abitante (-0,2%), valore ancora ben superiore alla media nazionale (6,14 kg/ab), ma che fa scivolare la Regione al quarto posto del ranking nazionale.

Quasi l’84% dei volumi complessivi provengono dai centri di raccolta comunali, un valore leggermente superiore alla media nazionale (81%), mentre i luoghi della distribuzione (LdR) contribuiscono per il restante 16%, sostanzialmente in linea con quanto registrato nel 2019. Relativamente a R5, va sottolineato il contributo degli installatori, che raccolgono più del 10% dei volumi del raggruppamento.

 

Raccolta per province

La provincia di Bologna, con 11.426 tonnellate, raccoglie quasi un terzo dei volumi complessivi, ma è anche quella che registra una delle poche contrazioni regionali, oltre che la più elevata (-15,2%). A incidere maggiormente è la raccolta in R2 che perde 1.800 tonnellate, (-22%), la più consistente contrazione a livello regionale, fermandosi a 6.389 tonnellate. Segue quella in R1 che segna un -9,7% per un totale di 2.048 tonnellate, anche in questo caso il calo più consistente a livello regionale. Più contenuta (-3,9%) la riduzione della raccolta in R3 che si ferma a 1.085 tonnellate. Cresce invece R4 con un +1,3%, per un totale di 1.884 tonnellate. Performa positivamente anche R5, con una raccolta di 60 tonnellate pari a un +1,7% rispetto al 2019, uno dei pochi casi di crescita per il raggruppamento delle sorgenti luminose in Emilia-Romagna.

Seguono a distanza le province di Modena e di Reggio Emilia che registrano entrambe una crescita: più contenuta la prima (+1,8%) per un totale 4.596 tonnellate, molto più importante la seconda che con un +18,6%, la percentuale più elevata in tutta la regione, porta la raccolta a 4.307 tonnellate. L’ottima performance reggiana è dovuta al deciso incremento in R1 (+18,7%), ma più ancora a quello in R2 dove i volumi crescono di quasi il 27% (rappresenta anche l’incremento più elevato a livello regionale), mentre in R4 l’incremento è “solo” del 16,5%, con 157 tonnellate in più del 2019.

Crescono anche i volumi della provincia di Ravenna dove un +4,2% porta la raccolta a 3.637 tonnellate. Incremento più sostenuto per le province di Parma, i cui volumi registrano un +7,5% attestandosi a 2.774 tonnellate, e di Forlì Cesana a quota 2.608 tonnellate (+10,5%). Parma risulta anche l’unica provincia emiliana a registrare una crescita in tutti e cinque i raggruppamenti. Performance positiva (+5,4%) anche per la provincia di Ferrara che tocca le 2.301 tonnellate. In negativo invece le province di Rimini e di Piacenza i cui volumi scendono rispettivamente a 1.977 e 1.601 tonnellate, con un -6,5% e un -5,8% rispetto all’anno precedente.

Ferrara e Piacenza sono le uniche due province a non ospitare alcun luogo di raggruppamento della distribuzione, mentre Parma è l’unica provincia della Regione in cui la raccolta del raggruppamento cinque è sostenuta dai volumi generati dai centri di raccolta privati (6,5% del totale).

La raccolta pro capite più alta spetta alla provincia di Bologna con 11,53 kg/ab, valore che la posiziona al sesto posto nel ranking nazionale, ma in calo del 13,1% rispetto al 2019.

Segue la provincia di Ravenna con 9,42 kg/ab, in crescita sulla performance precedente (+5,13%); ancora meglio fa la terza classificata, la provincia di Reggio Emilia che sostenuta da un +20,7% sale a 8,24 kg/ab. Tutte e tre le province vantano valori superiori alla media dell’area di appartenenza (7,01 kg/ab).

Superano invece la soglia della raccolta media nazionale (6,14 kg/ab) e registrano trend di crescita le province di Ferrara (6,73 kg/ab a +6,6%), di Modena (6,68 kg/ab a +4,28%), di Forlì Cesena (6,64 kg/ab a quasi +11%) e di Parma (6,44 kg/ab a +12,7%).

Risultano invece sotto la media nazionale e con un trend in calo le province di Rimini, che si ferma a 6,05 kg/ab (-2,3%), e di Piacenza che non supera la soglia dei sei kg per abitante kg (5,59 kg/ab), con un -6,2% rispetto al 2019.

I dati della regione Emilia Romagna sono molto positivi e restituiscono l’immagine di una regione che con una raccolta capillare offre ai propri cittadini servizi all’altezza delle esigenze” commenta Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE. “La decrescita della raccolta nella provincia di Bologna è concentrata in particolare in due luoghi che hanno una matrice specifica, ma non inficiano la raccolta capillare verso i cittadini. Spicca in negativo la performance della provincia di Piacenza, specificatamente per il raggruppamento 4, che è il quarto peggiore in Italia, mentre le altre province raccolgono nello stesso raggruppamento sino a quasi sette volte il dato pro capite. Resta in ogni caso la fotografia di un anno che ancora una volta vede il “sistema Emilia-Romagna” tra i più efficienti in Italia e che può trovare nella maggiore partecipazione della distribuzione spunti di miglioramento al raggiungimento degli obiettivi europei”.

Anche nel 2020 l’Emilia Romagna si colloca saldamente sul podio delle regioni leader della classifica per la raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici: regge alle conseguenze della pandemia e conferma un valore pro capite di raccolta superiore di circa due punti alla media nazionale” dichiara l’Assessore all’Ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile della Regione Emilia Romagna, Irene Priolo. “Ciò dimostra un’elevata sensibilità dei cittadini alle tematiche ambientali, ma anche il ruolo determinante svolto dalla rete dei centri di raccolta comunali unita all’importanza crescente del ritiro presso i luoghi della distribuzione. I dati che emergono dal Rapporto annuale 2020 sono confortanti, anche nell’ottica degli obiettivi crescenti di separazione dei rifiuti e riciclaggio che saranno posti a fondamento del nuovo piano regionale dei rifiuti: la strada tracciata è quella dell’economia circolare e l’Emilia Romagna intende svolgere un ruolo da protagonista, nella consapevolezza del valore delle materie prime e della necessità di ridare valore agli scarti, evitandone tra l’altro l’abbandono nell’ambiente”.