Quando si è accorta che dall’interno del suo portafoglio mancava il bancomat si è insospettita, verificando i movimenti del suo conto bancario. In questo modo una 84enne di Toano ha scoperto che in 5 giorni, dal 10 al 15 dicembre dello scorso anno, ignoti, utilizzando il suo bancomat, aveva fatto numerosi prelievi di denaro contante per complessivi 2.500 euro, da varie postazioni ATM di istituti di credito dislocati in alcuni comuni dell’Appennino reggiano. Si è quindi rivolta ai carabinieri della locale stazione  denunciando il furto del bancomat ed il conseguente indebito uso.

E’ così che ha scoperto, grazie alle indagini dei militari toanesi, che la responsabile del furto e degli indebiti prelievi era l’ex fidanzata del figlio che prelevandolo alla bisogna dal portafoglio della vittima, dove lo riponeva dopo averlo usato trattenendolo in occasione dell’ultimo utilizzo, lo usava per prelievi di contante. Per questi motivi, con l’accusa di furto continuato e indebito utilizzo di bancomat, i carabinieri della stazione di Toano hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia una 43enne reggiana abitante a Castelnovo Monti che posta davanti alle prove raccolte dai carabinieri ha reso piena confessione ammettendo le proprie responsabilità.

Secondo quanto emerso dalle risultanze investigative, l’indagata, venuta a conoscenza del codice segreto del bancomat, a ridosso delle festività natalizie prelevava dal portafoglio della mamma dell’allora fidanzato il bancomat effettuando prelievi in contanti. Dopo i prelievi aveva cura di riporre il bancomat nel portafoglio della vittima, fatta eccezione in occasione dell’ultimo utilizzo. Quando l’84enne si è accorta dell’ammanco del bancomat e del conseguente indebito utilizzo si è rivolta ai carabinieri formalizzando la denuncia. Al riguardo i militari, dopo aver verificato l’esistenza delle telecamere nei bancomat dove sono avvenuti gli indebiti prelievi e attraverso le indagini sviluppate, indirizzavano le attenzioni sull’odierna indagata che sentita dai carabinieri e posta davanti all’evidenza dei fatti ammetteva le sue responsabilità.