San Polo d’Enza, forzarono posto di blocco con auto rubata: identificati dopo due anni grazie alle indagini dei RISErano le 00,30 del 12 giugno 2019 quando i carabinieri della stazione di San Polo d’Enza, nel corso di un servizio di controllo del territorio, avendo ricevuto la segnalazione di un’autovettura sospetta che si aggirava nel Comune di Canossa, intercettavano in via Val d’Enza Nord una BMW, rubata a Sant’Ilario d’Enza la notte tra il 27 e il 28 maggio a un 39enne del posto, i cui occupanti alla vista dei militari si davano alla fuga non ottemperando all’alt di polizia e generando un inseguimento che terminava lungo la SP 12 a Montecchio Emilia dove, all’altezza con l’intersezione per via per San Polo d’Enza, il conducente perdeva il controllo dell’auto fuoriuscendo violentemente dalla sede stradale e danneggiando il veicolo in maniera grave.

Dall’autovettura scendevano immediatamente 3 uomini che fuggivano a piedi nei campi circostanti riuscendo a dileguarsi. A seguito della fuoriuscita dell’autovettura dalla sede stradale, almeno uno dei malviventi riportava ferite tanto che, all’interno della vettura, veniva immediatamente rilevata la presenza di evidenti tracce di sangue oltre a strumenti da scasso (palanchino e mazza) e accessori per il travisamento (cappellini e passamontagna) tutto sottoposto a sequestro dai carabinieri sampolesi. Oltre alla convalida dell’arresto da parte della Procura reggiana, i carabinieri di San Polo d’Enza ottenevano anche l’autorizzazione per gli accertamenti sui reperti sequestrati a cura del RIS di Parma per la successiva comparazione dei profili biologici individuati sui reperti sequestrati con i profili genotipici presenti nella Banca Dati Nazione del DNA istituita dalla Legge 85 del 30 giugno 2009.

Gli accertamenti tecnici eseguiti dai carabinieri del RIS di Parma consentivano di individuare tre profili genotipici ricondotti in maniera inconfutabile a tre cittadini moldavi abitanti a Parma di 32, 28 e 39 anni, tutti attualmente ristretti (due in carcere e uno ai domiciliari a Parma) in quanto responsabili di retai contro il patrimonio. Alla luce delle risultanze acquisite i tre venivano denunciati alla Procura reggiana per i reati di ricettazione (in relazione all’uso dell’auto rubata) e possesso di grimaldelli atti allo scasso (relativamente al piede di porco e la mazza sequestrati all’interno dell’autovettura).