Nella mattinata del 17 giugno scorso, su delega della Procura della Repubblica di Modena, i Carabinieri della Compagnia di Sassuolo e della Stazione di Savignano sul Panaro, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Modena su richiesta del P.M., a carico di due uomini dimoranti nelle province di Pavia e Bergamo, per reati commessi in concorso tra loro di truffa aggravata e continuata e di bancarotta fraudolenta, nelle rispettive qualità di legale rappresentante-amministratore unico di un autosalone e di amministratore di fatto della medesima società.

L’indagato destinatario della misura detentiva domiciliare è stato  rintracciato la stessa mattina del 17 giugno  2021.  L’altro indagato, destinatario della misura in carcere,  si è costituito nella giornata di ieri alla compagnia Carabinieri di Treviglio. Nei confronti  di un terzo  indagato,  che collaborava all’attività di vendita della società, si procede in stato di libertà per i medesimi reati.

I provvedimenti  cautelari sono stati emessi all’esito di un’articolata attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena  e condotta dai Carabinieri della Stazione di Savignano sul Panaro e dalla Compagnia di Sassuolo nel 2019, che ha consentito di sviluppare le varie segnalazioni giunte alla locale Stazione dei Carabinieri,  riguardanti un autosalone aperto nel territorio alla fine del 2018.

Secondo quanto accertato, i due indagati raggiunti dal provvedimento cautelare, un 28enne della provincia di Pavia (legale rappresentante e amministratore unico) e un 34enne rintracciato in provincia di Bergamo, dopo aver preso in locazione un immobile in via Tavoni a Savignano nel dicembre 2018, attivando una capillare attività di presentazione e pubblicizzazione dell’attività commerciale, avevano allestito un autosalone esponendovi  numerose  autovetture  – anche di alta cilindrata –  poste in vendita a prezzi altamente concorrenziali.

Ignari clienti (37 persone offese), evidentemente rassicurati  dell’esistenza di una struttura di vendita, avevano sottoscritto, in alcuni casi dopo aver avuto anche la possibilità di provare i veicoli, contratti di acquisto delle autovetture ricevendo copia del contratto e della carta di circolazione del veicolo acquistato.

Le indagini hanno accertato che i venditori avevano ricevuto i pagamenti dai clienti truffati mediante bonifici su conti correnti intestati alla società le cui coordinate bancarie venivano fornite ai clienti, spesso dopo aver ricevuto ingenti caparre in contanti al momento della conclusione dell’accordo di vendita.

Dopo aver concordato con tutti i clienti la consegna dei veicoli per una data successiva al 20 gennaio 2019, gli indagati avevano repentinamente chiuso la concessionaria rendendosi irreperibili dopo aver occultato le vetture.

La Procura  di Modena,  nella  ricorrenza  dei  requisiti  previsti  dalla  legge fallimentare,  ha chiesto il fallimento della società, in tal modo accedendo a strumenti normativi più severi tra cui la contestazione dei reati di bancarotta fraudolenta  per distrazione documentale  e agli amministratori della società per essersi appropriati di 445 mila euro bonificati dai clienti vittime del reato sui conti correnti della società, altresì sottraendo i libri e le scritture contabili obbligatorie.

Nel corso delle indagini, i conti correnti bancari della società – sui quali sono stati reperiti circa 60 mila euro  – sono stati sottoposti a sequestro con decreti emessi dal pubblico Ministero il 28 gennaio e il 14 febbraio 2019.