Occorre un intervento diretto a sostegno dello scalo aeroportuale bolognese, anche in prospettiva dell’uscita dall’emergenza sanitaria, per: sbloccare le risorse della Legge di Bilancio 2021 e del Decreto Sostegni bis, salvaguardare l’occupazione, mantenendo le competenze acquisite e prevedendone di nuove, sostenere il progetto di sviluppo infrastrutturale dell’Aeroporto, continuare la qualificazione in chiave di sostenibilità a 360 gradi.

È quanto chiede il documento congiunto elaborato grazie al contributo del Gruppo di Lavoro del settore Aeroportuale del Tavolo metropolitano di Salvaguardia e Ripresa economica, al quale partecipano la Società Aeroporto di Bologna, le istituzioni locali e le parti sociali del territorio, inviato oggi dal sindaco metropolitano Virginio Merola al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, al ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, agli assessori regionali Vincenzo Colla (sviluppo economico) e Andrea Corsini (mobilità e trasporti, infrastrutture) e ai parlamentari eletti nel territorio.

Il documento rappresenta un aggiornamento di uno analogo inviato a dicembre 2020, con il quale si chiedevano nuovi ammortizzatori sociali, l’inserimento del comparto nel Piano di Ripresa e Resilienza finanziato con i fondi del piano europeo denominato Next Generation EU (Recovery Fund) e l’immissione da parte del territorio di risorse aggiuntive a sostegno come misura più immediata. I presupposti del dicembre 2020 non sono cambiati e l’aeroporto non ha ricevuto risorse né nazionali né dal territorio, oltre che non rientrare nei progetti di investimento del PNRR.

Il settore aeroportuale – si spiega nel documento – è uno dei settori più colpiti dagli effetti della pandemia. Tutto il traffico a livello europeo ha subito dei cali che hanno raggiunto quasi l’80%. Durante l’emergenza sanitaria per il COVID-19 l’Aeroporto di Bologna è stato tra i pochi scali italiani a rimanere sempre aperto (anche durante il lockdown), nonostante la rilevante riduzione del traffico a partire da marzo 2020.

L’Aeroporto di Bologna nello specifico ha perso nel 2020 quasi il 75% del traffico passeggeri rispetto all’anno precedente. Anche il 2021, per effetto del blocco degli spostamenti e del turismo, è iniziato con dati molto negativi: da gennaio a fine maggio si è registrato un decremento del traffico passeggeri dell’88% rispetto allo stesso periodo del 2019. Solo il traffico merci ha fatto registrare un dato meno negativo in termini percentuali, con una contrazione nel 2020 di circa l’11% sul 2019; nel 2021 si assiste invece ad una lieve ripresa, grazie anche al contributo del tessuto economico bolognese e regionale di aziende produttive che riescono ad esportare e sono competitive sul mercato internazionale.

Sullo scalo lavorano circa 1.400 dipendenti diretti della Società Aeroporto di Bologna e delle 3 società di handling, tutelati a partire da marzo 2020 dagli ammortizzatori sociali; il sistema complessivo conta alcune migliaia di lavoratori mentre l’indotto raggiunge circa 21.000 lavoratori che provengono da tutto il bacino regionale.

I dipendenti diretti di AdB e gli addetti dei servizi di handling sono stati tutelati dalla cassa integrazione straordinaria fino all’inizio 2021. Successivamente, a seguito dei vari decreti che sono stati emanati, con la cassa integrazione in deroga Covid che è prevista fino a fine anno.

Tuttavia andiamo incontro ad un 2022 dove si stima sì una crescita più sostenuta, ma ancora molto lontana dai risultati del periodo pre-pandemia. È necessario  avere consapevolezza  che la ripresa dei livelli pre-pandemia è attesa non prima del 2024/2025. Sarà un periodo da seguire con particolare attenzione con l’obiettivo di trovare le migliori soluzioni con le OO.SS. in modo che si possano avere gli strumenti necessari per tutelare l’occupazione e portare avanti dei progetti di reskilling, dove necessario.

Il settore aeroportuale è stato interessato dai sostegni economici per effetto della Legge di Bilancio 2021 del dicembre 2020, ai quali si aggiungono quelli previsti dal cd. DL Imprese (o DL Sostegni Bis). In attesa dei decreti attuativi risulta difficile comprendere l’esatta entità del contributo e la tempistica con cui tali risorse possano essere rese disponibili.

La stessa Regione Emilia Romagna si è impegnata pubblicamente ad esplorare tutte le possibilità previste sia dai Fondi di Sviluppo e Coesione, sia da altre strade che permettano, nell’osservanza delle regole e delle procedure europee, di stanziare fondi in aiuto alle aziende di gestione come è avvenuto ad esempio per gli aeroporti toscani.

Queste risorse risultano oggi fondamentali sia per supportare l’Aeroporto di Bologna nelle politiche per il lavoro, sia per gli investimenti sulle infrastrutture. Questi investimenti, già previsti dal piano industriale, sono stati rimodulati e prolungati negli anni ma rimangono centrali in chiave di sostenibilità ambientale. Allo stesso tempo l’interconnessione con la mobilità, la presenza del People Mover, le collaborazioni con T-PER fanno del sito aeroportuale un elemento centrale per una mobilità sostenibile dal punto di vista territoriale.

Affianco al tema delle risorse, quale tema centrale, e della tenuta occupazionale, il documento evidenzia gli altri temi di attenzione per mantenere l’aeroporto di Bologna strategico, sito intorno al quale si muovono milioni di persone collegate a numerosi settori economici: il progetto infrastrutturale dell’aeroporto, che a causa della pandemia ha subito una rimodulazione temporale e la sostenibilità a 360°, sia ambientale (rafforzamento degli investimenti in un’ottica green, dall’infrastruttura a tutti i mezzi operativi presenti in aeroporto), sociale (per lavorare sui temi dell’occupazione, delle competenze/formazione, della parità di genere, inclusione/diversità) ed economica.

Importante – conclude il documento – è la centralità delle azioni e gli sforzi che bisogna mettere in campo per confermare sempre di più l’Aeroporto di Bologna come l’hub principale regionale (attrattivo anche per le regioni limitrofe), che possa portare ulteriore crescita economica in un territorio regionale ricco di insediamenti produttivi, caratterizzati dalla presenza sia di grandi imprese sia di piccole e medie imprese, e a tutto l’indotto del turismo.