Il numero importante di liti che si è registrato durante il periodo di chiusura e in generale nel corso della pandemia, ha indotto i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia ad effettuare, attraverso tutti i presidi delle stazioni carabinieri dislocate in provincia, una mirata attività sia sul piano preventivo – attraverso il controllo di migliaia di persone che detengono armi e munizioni essendo titolari di regolare licenza di polizia –  che su quello repressivo – mediante una mirata attività ispettiva svolta nel corso dei servizi esterni di controllo del territorio -.

Da una parte quindi la verifica sulla regolarità dell’osservanza delle prescrizioni relative alla custodia e alla detenzione delle armi da chi le detiene avendone titolo, e dall’altra frequenti ispezioni sui soggetti fermati in occasione dei controlli con il fine di verificare l’eventuale possesso illegale di armi e munizioni.

Solo nei primi 7 mesi dell’anno in tutta la provincia i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia hanno operato il sequestro o il ritiro cautelare di ben 115 armi (tra fucili, carabine, pistole e ari bianche) e 3.492 munizioni. Complessivamente 48 persone di cui 9 tratte in arresto e 39 denunciate in stato di libertà sono finite nei guai sia per reati correlati all’illecito porto o detenzione delle armi che per fattispecie delittuose connesse all’uso illecito delle armi (minacce e lesioni).

Denunce sono state operate anche in relazione sia al ritardo nel denunciare la detenzione delle armi che nell’omessa custodia delle stesse. Al riguardo infatti chi detiene armi o parti di esse, dopo averle acquisite in forza di apposita licenza rilasciata dai competenti uffici di Polizia, deve farne denuncia, entro le 72 ore successive, nell’ambito della provincia di Reggio Emilia al Comando Arma dei Carabinieri nel cui comune risiede l’interessato. Entro lo stesso termine delle 72 ore, deve essere comunicata la variazione del luogo di detenzione delle armi.

Particolare attenzione nei controlli dei carabinieri reggiani è stata posta con riguardo alla verifica delle modalità di custodia delle armi che, sottolineano i Carabinieri reggiani, deve essere assicurata con ogni diligenza al fine di evitare che persone, non in possesso delle previste licenze di polizia, e quindi imperite nel maneggio, ovvero capaci di abusarne, ne vengano in possesso. Ma non solo, la mancata osservanza delle cautele sulla custodia delle armi in casa, sovente è fonte per coloro che sono dediti ai furti in abitazione di approvvigionamento delle stesse armi che finiscono nel mercato nero, destinato sia alla delinquenza comune che a quella organizzata. Per questo i Carabinieri reggiani raccomandano ogni scrupolosa attenzione nella custodia delle armi.

Sempre nei primi 7 mesi dell’anno in corso gli stessi carabinieri reggiani hanno proceduto a inoltrare alla Prefettura di Reggio Emilia la proposta di diniego alla detenzione di armi e munizioni nei confronti di 23 persone che già detenevano armi che, nel corso dell’attività di controllo, sono state identificate e segnalate all’autorità giudiziaria per reati contro la persona a seguito di liti anche domestiche, nei confronti dei quali sono venuti meno i requisiti essenziali e indispensabili per la detenzione di armi.

L’importanza della materia concernente la detenzione e l’uso delle armi, inoltre sta vedendo i carabinieri reggiani esperire accurate istruttorie per la verifica del possesso degli specifici requisiti previsti dalla normativa vigente, ai fini di una efficace tutela di primari interessi pubblici, quali l’ordine e la sicurezza. In tal senso è attribuita anche all’arma dei Carabinieri la potestà di vigilare scrupolosamente sui requisiti morali di coloro che richiedono le autorizzazioni di polizia, valutando con attenzione ogni segnale, fondato su situazioni di fatto, che induca ad operare un giudizio prognostico negativo in merito al futuro comportamento dell’istante.

Il fine ultimo dell’attività svolta in materia da parte dell’Arma è quello di prevenire abusi nell’utilizzo delle armi ed evitare che le stesse possano cadere nelle mani, in particolare, della criminalità organizzata ed essere utilizzate per commettere reati gravi, come dimostrato anche da recenti attività investigative.