È iniziata da due giorni la XIII edizione della Scuola di Paesaggio «Emilio Sereni», organizzata dall’Istituto Alcide Cervi in collaborazione con CIA – Agricoltori Italiani e con le principali università italiane: dal 24 al 28 agosto, a Gattatico, cinque giornate intensive di lezioni, dibattiti, seminari, laboratori e altre attività sul paesaggio italiano.

Oltre 100 gli iscritti, in presenza e online, provenienti da tutta Italia, fra cui tanti giovani. Una trentina i docenti, tra professori universitari, formatori ed educatori. «È davvero un grande successo di iscrizioni, che va oltre le aspettative, considerando le incognite legate al Covid», afferma Gabriella Bonini, responsabile scientifico della Biblioteca Archivio Emilio Sereni. «La Scuola si conferma un punto di riferimento nazionale per lo studio e la ricerca sul paesaggio. L’adesione è anche sopra le nostre aspettative, visti i tempi difficili legati alla pandemia. Ciò che ci fa più piacere è la presenza di diversi studenti, architetti e agronomi under 35, anche grazie alle borse di studio messe a disposizione dall’Istituto».

Presente all’inaugurazione, Alessio Mammi, Assessore alla Agricoltura della Regione Emilia-Romagna: «Non c’era posto migliore di Casa Cervi per una Scuola che si occupi di paesaggio e di territorio. Ci troviamo in un luogo simbolo di civiltà, giustizia, emancipazione sociale, non solo per l’Emilia, ma per tutta l’Italia. Qui, oltre alla memoria della famiglia Cervi, è conservato il patrimonio archivistico e librario di Emilio Sereni, padre dello studio del paesaggio agrario italiano. Sono felice di vedere tanti giovani. È da loro che deve ripartire il riavvicinamento con le aree rurali e dipende il futuro delle piccole imprese agricole». Dello stesso avviso Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Cervi, nel suo discorso inaugurale: «Bisogna avere cura del nostro paesaggio, il territorio in cui viviamo, perché anche questa è passione civile. Abbiamo il dovere di prendere in mano il presente e portarlo avanti per rendere il mondo migliore, con la stessa passione delle donne e degli uomini della Resistenza e della famiglia Cervi».

Il tema centrale dell’edizione 2021 è «il paesaggio delle aree interne»: riguarda la parte più estesa del territorio italiano, quella delle colline e delle montagne, dei fiumi e delle paludi, cioè tutte quelle realtà essenzialmente rurali che sono state marginalizzate dal processo di sviluppo dell’età contemporanea e che oggi tornano alla ribalta come contenitori di patrimonio, risorsa per il futuro e ambiti di sperimentazione di un nuovo rapporto tra uomo e natura, a sua volta generatore di paesaggio, di economia e di società. «Studiare il paesaggio delle aree interne non significa comprenderne solo il declino e la marginalizzazione – spiega Rossano Pazzagli, Direttore della Scuola e docente all’Università del Molise – ma soprattutto osservare e progettare una rinascita per queste zone fondamentali. Occorre ritrovare un equilibrio tra “aree forti”, come le città e le coste, e quelle più “deboli”. Studiare il paesaggio significa trovare nuove vie per ridare voce e valore a un’Italia grande che si era un po’ perduta».