Uno sportello di consulenza rivolto a docenti, famiglie e studenti, che lo scorso anno ha condotto oltre 150 colloqui; 117 laboratori di orientamento che hanno coinvolto 2.700 alunni delle classi seconde media; focus group condotti da Unimore in quattro istituti superiori; la partecipazione al progetto dell’Università di Bologna e degli enti di formazione professionale per riorientare i ragazzi a rischio dispersione scolastica.

Sono alcune delle azioni realizzate dal progetto Post, Percorsi di orientamento scolastico territoriale, portato avanti dal tavolo istituito nell’ambito dell’accordo di rete tra Provincia e Comuni, come ha spiegato l’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi rispondendo giovedì 16 settembre in Consiglio comunale all’interrogazione presentata da Elisa Rossini di Fratelli D’Italia-Il Popolo della Famiglia. L’istanza chiedeva, in particolare, quali le azioni per contrastare la dispersione scolastica nell’ambito dell’accordo di rete tra Provincia e Comuni; se si fosse costituito il tavolo di coordinamento e quali le proposte in attuazione; quali iniziative intende adottare il Comune per prevenire e contrastare la dispersione scolastica; quali le azioni di orientamento alla formazione e al lavoro e gli strumenti individuati per rafforzare nei giovani la consapevolezza dei propri bisogni e delle proprie aspettative, come indicato nelle linee di indirizzo “per la nuova politica per le giovani generazioni”.

In particolare, il progetto Post, finanziato dalla Regione tramite il Fondo Sociale Europeo, vede il Comune di Modena responsabile per il territorio provinciale del piano triennale di orientamento. Della cabina di regia fa parte anche Ial Emilia-Romagna capofila di un partenariato con tutti gli enti di formazione professionale della provincia ed è partner l’Università di Bologna Dipartimento di Scienze dell’Educazione. Nell’ambito del progetto è stato costituito presso Memo il presidio provinciale per l’orientamento con lo sportello rivolto a docenti, famiglie e studenti, che fornisce appunto consulenza per l’orientamento e il riorientamento per studenti iscritti nelle scuole secondarie di secondo grado. Ai laboratori con gli studenti si sono aggiunti anche incontri per i genitori e a tutti è stato somministrato un questionario per rilevare i bisogni orientativi.

L’assessora Baracchi ha ricordato che il tavolo provinciale si occupa, inoltre, dell’organizzazione e realizzazione dei saloni dell’orientamento, che l’anno scorso si sono svolti in modalità online; il presidio sta anche lavorando alla raccolta e diffusione delle buone pratiche di orientamento scolastico da diffondere nel territorio e sono stati realizzati corsi di formazione per i docenti, alcuni dei quali verranno riproposti anche quest’anno e uno dei quali dedicato proprio a riconoscimento dei segnali di dispersione e adeguato intervento.

“Si è anche dato seguito – ha proseguito l’assessora – a Daf, Diritto al Futuro, che nasce come progetto partecipato in risposta al bando nazionale Adolescenza 11-17 anni, rivolto a terzo settore e mondo della scuola, e intende prevenire e contrastare fenomeni di dispersione e abbandono scolastico degli adolescenti. Nello scorso anno scolastico, Daf ha coinvolto, a Modena, otto scuole secondarie di primo grado (Cavour, Calvino, Mattarella, Ferraris, Lanfranco, Guidotti, San Carlo, Marconi) e due di secondo grado (istituto Cattaneo e liceo Wiligelmo). I percorsi, che in alcuni casi hanno coinvolto anche i Servizi sociali, sono stati realizzati, pensati e ripensati per rispondere alle diverse esigenze, oltre che alla situazione sanitaria, in base ai diversi approcci delle scuole e grazie alla grande disponibilità degli enti del terzo settore; in ciascuna scuola sono stati infine previsti momenti di verifica a metà e fine percorso. Inoltre, in tre scuole medie (Mattarella, Ferraris e San Carlo) è stata anche realizzata una progettazione estiva incentrata su teatro, percorsi di alfabetizzazione e attività ludico sportive.

A contrasto della dispersione non va sottovalutato, inoltre, il ruolo del Servizio di mediazione culturale offerto per facilitare l’accoglienza e l’inserimento scolastico degli alunni neoarrivati e il dialogo con le famiglie. Per favorire l’accesso a scuola e la frequenza di bambini e ragazzi in apprendimento linguistico, Memo ospiterà a partire dal 4 ottobre anche uno Sportello di supporto digitale rivolto in particolare ai genitori stranieri di figli iscritti o che devono iscriversi alle scuole di Modena.
Mentre nell’ambito Comunità Maiuscole sono state realizzate attività di orientamento al lavoro attraverso percorsi per gli operatori di centri di aggregazione o servizi per i giovani e altri rivolti ai giovani Neet. Parallelamente è stato riorientato l’Informagiovani da servizio informativo a servizio di accompagnamento in grado di offrire consulenze, in particolare sul tema del lavoro.

Ringraziando per la risposta “articolata e ricca di spunti”, la consigliera Rossini si è dichiarata però parzialmente soddisfatta affermando che “i progetti sono tanti, ma ho l’impressione che siano preconfezionati e pensati per ottenere finanziamenti senza rispondere ai bisogni effettivi. Oggi – ha proseguito – corriamo il rischio concreto che tanti sedicenni non tornino a scuola: servirebbe un raccordo con l’Ufficio scolastico per capire quanti ne abbiamo persi e recuperarli. E sarebbe necessario anche ovviare alla carenza in regione di istituti professionali, che sono i luoghi dove rimarginare questa ferita. I progetti dovrebbero arrivare dopo l’ascolto dei bisogni della città e dei ragazzi”.