Quarto Camurri nacque a Guastalla il 5 novembre 1921. Piazza Matteotti (allora chiamata Piazza Giordano Bruno per poi divenire nel ventennio fascista Piazza del Littorio) vide trascorrere la infanzia e la giovinezza di Quarto, figlio di Vincenzo e di Antonietta Ledi, in una famiglia composta da sei figli.

Quarto dovette da subito impegnarsi per aiutare la famiglia, come riparatore meccanico e distribuendo giornali. Non rinunciò però del tutto allo spirito della giovinezza, formando con altri ragazzi un gruppo di quartiere per trascorrere il tempo libero: la “Squadra volante”.

Presto però arrivò la chiamata in guerra: nel 1941 Quarto, ventenne, venne arruolato nell’esercito italiano ed inviato in Sicilia, in zona di guerra. Da lì mantenne una corrispondenza con l’amata madre che, dapprima rimasta a casa con i figli più piccoli, si trasferì in seguito con la famiglia a Reggio Emilia.

Dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia e l’armistizio dell’8 di settembre, Quarto si ritrova a casa, rigetta la camicia nera della milizia che i fascisti gli volevano imporre ed entra in contatto con il distaccamento partigiano di Aldo Cervi in montagna, nei pressi del Monte Ventasso, sull’Appennino Reggiano.

Le memorie di papà Alcide Cervi raccontano l’incontro dapprima diffidente di Quarto con i figli, fino ad arrivare alla sua integrazione. Scrive Alcide: “si chiama Quarto Camurri ed è un bravo ragazzo”.

Quarto è l’esempio di una generazione di giovani italiani che in poco tempo apre gli occhi sulla violenta realtà che il fascismo voleva imporre.

Fu arrestato assieme ai sette fratelli Cervi ed al papà Alcide nella cascina di Gattatico e condotto nelle carceri di Via dei Servi. Lì venne interrogato dai fascisti quale “italiano rinnegato”, colpevole di avere rifiutato la chiamata alle armi del “nuovo fascismo” della RSI (Repubblica Sociale Italiana, o di Salò).

Condivise con i Cervi il loro tragico percorso: dopo l’arresto sarà fucilato il 28 dicembre 1943 al Poligono di tiro di Reggio Emilia: è l’ottava vittima della rappresaglia compiuta dai fascisti reggiani, una “lezione” che i fascisti volevano impartire ai giovani che intendevano abbandonare la RSI.

Dopo la fucilazione la salma di Quarto seguì lo stesso tormentato iter dei Cervi: tumulati in tombe anonime ed in parte colpite dai bombardamenti su Reggio Emilia, solo il 23 maggio 1945 il suo corpo fu traslato nella natia Guastalla, dove riposa tuttora.

Quarto è stato insignito del Certificato al Patriota (il noto “Brevetto” firmato dal Generale Alexander) e riconosciuto come partigiano combattente. Quarto ed i sette fratelli Cervi furono tra i primi martiri, ma dal loro esempio e dalla Resistenza è nata la nostra Costituzione, in tutti i suoi contenuti, i principi, i diritti, i doveri, la solidarietà.

Il centenario della nascita di Quarto verrà celebrato venerdì 5 novembre alle ore 10 in piazza Matteotti con l’inaugurazione di una stele che lo ricorderà a tutti i cittadini e, soprattutto ai giovani. Alla cerimonia parteciperanno Camilla Verona, Sindaco di Guastalla, Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Cervi, Massimo Storchi di ISTORECO e Claudio Malaguti, Presidente di ANPI Guastalla.

L’invito a partecipare è rivolto a tutta la cittadinanza.