Sarà l’Università di Modena e Reggio Emilia, in accordo con il Comune di Modena, a presentare la domanda di finanziamento per realizzare uno studentato negli immobili Bonacorsa e San Barnaba, in centro storico, contando sui fondi previsti dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo prevede l’accordo tra i due enti approvato nei giorni scorsi dalla giunta comunale, su proposta del sindaco Gian Carlo Muzzarelli, nel quadro del Piano per Modena Città Universitaria che contempla, appunto, anche azioni specifiche per ampliare l’offerta di alloggi per studenti fuori sede, considerato l’aumento delle iscrizioni a Unimore degli ultimi anni.

Con l’accordo il Comune dichiara di concedere all’Università per 35 anni, in concessione o comodato, i due edifici che si trovano nella zona di Sant’Eufemia, dove già è attiva una facoltà universitaria, con l’obiettivo di realizzare lo studentato per il quale Unimore, invece, si impegna a presentare la domanda di finanziamento al bando ministeriale della legge 338 del 2000 e a svolgere funzioni di stazione appaltante.
La missione 4 del Pnrr (istruzione ricerca), infatti, prevede uno specifico provvedimento (Alloggi per gli studenti e riforma della legislazione sugli alloggi per studenti) per triplicare a livello nazionale i posti per studenti fuori sede con finanziamenti alle Università che saranno attribuiti proprio con la revisione della legge 338.
Il Comune, grazie al federalismo demaniale culturale, ha acquisito gratuitamente dal Demanio in marzo l’immobile tra via Bonacorsa e via Carteria proprio con l’obiettivo di riqualificarlo e realizzare uno studentato. Nella stessa zona, in via Carteria 108, si trova l’ex convento di San Barnaba, di proprietà del Comune, dove è possibile una riqualificazione per realizzare alloggi universitari andando a integrare quelli dello studentato in programma in Bonacorsa.
In una prima ipotesi progettuale, sviluppata con la Fondazione collegio San Carlo, in Bonacorsa, edificio in stato di abbandono dal particolare valore storico e artistico che faceva parte dell’ex Monastero sant’Eufemia, il più antico per donne, che si fa risalire al 1070, si potrebbero realizzare alloggi e servizi comuni (per esempio, sala lettura, lavanderia, ristorazione) intervenendo su di un’area di 1.650 metri quadri. L’edificio ha un cortile interno interamente porticato e altre strutture originali nei vasti ambienti che caratterizzano i diversi piani.
Altri alloggi potrebbero trovare posto nel vicino ex convento di San Barnaba (dei Frati minimi di san Francesco di Paola), considerato dal punto di vista architettonico un importante esempio di edificio ecclesiastico della metà del Settecento, ma il fabbricato, poi modificato più volte, era già utilizzato come canonica due secoli prima.
La riqualificazione e la valorizzazione dei due immobili, con funzioni legate all’ambito universitario, rappresenta un contributo alla rigenerazione di un’area del centro storico cittadino.