L’Università di Bologna ha ottenuto dal Ministero della Giustizia un finanziamento PON (Programma Operativo Nazionale) di 8,89 milioni di euro per contribuire alla realizzazione di un obiettivo di importanza strategica primaria, anche in sinergia con gli interventi del PNRR: un’organizzazione degli uffici giudiziari, civili e penali, più efficiente, più efficace e più vicina ai cittadini.

UNI 4 JUSTICE, questo il nome del progetto, è finanziato dal PON azione 1.4.1 dell’asse 1, che punta a migliorare la capacità amministrativa delle strutture che operano nel settore pubblico e più in generale della public governance. Il progetto, che per l’Università di Bologna sarà coordinato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche, si fonda su di un partenariato di altri 13 atenei italiani: tre università della Emilia-Romagna (Università di Ferrara, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Parma); due università della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Università di Trieste, Università di Udine); quattro università delle Marche (Università di Camerino, Università di Macerata, Università Politecnica delle Marche, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo), un’università della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol (Università di Trento); tre università del Veneto (Università di Padova, Università di Venezia, Università di Verona).

Il progetto coinvolge cinque distretti di Corte d’Appello (Ancona, Bologna, Trento, Trieste, Venezia), con i quali il rapporto di collaborazione sarà stretto e costante. UNI 4 JUSTICE nasce infatti dall’idea di instaurare una relazione sinergica fra mondo accademico e sistema della giustizia. Un’idea già sperimentata, in anticipo sui tempi, a partire dal 2018, proprio in Emilia-Romagna, grazie ad un’iniziativa congiunta avviata tra la Regione, la Fondazione CRUI e l’Università di Bologna. Gli uffici giudiziari di primo e di secondo grado dei cinque distretti, nonché le istituzioni che partecipano alla creazione di condizioni di qualità della giurisdizione – in particolare i Consigli dell’Ordine degli Avvocati – saranno attori di primo piano nella attuazione del progetto.

Nel corso dei prossimi mesi si tratterà dunque di partecipare alle otto azioni previste dal PON che consistono nella individuazione delle soluzioni organizzative di successo, nella elaborazione di modelli per l’Ufficio del Processo, nella misurazione di questi sia in senso giurisdizionale che in senso organizzativo-gestionale, nella diffusione delle forme virtuose, nella costruzione partecipata di strumenti e metodi di potenziamento della digitalizzazione dei flussi documentali (ad esempio con standard XML come LegalDocML), nella definizione di modelli di intelligenza artificiale e legal data analytics capaci di favorire l’ottimizzazione dei processi decisionali, nella creazione di strategie di comunicazione e interazione con il cittadino capaci di promuovere l’aumento dell’accesso e della fiducia nella giustizia.

L’obiettivo finale è ambizioso: lasciare una legacy forte rafforzando nel sistema della giustizia la capacità di costruire competenze rispondenti ai bisogni e di valorizzare le risorse assegnate – umane, tecnologiche e infrastrutturali – in una prospettiva di sostenibilità, resilienza, efficienza.