La Polizia di Stato è impegnata costantemente nel monitoraggio del web e, durante questi due anni di pandemia, in particolare, ha rivolto le sue energie a scandagliare la rete in cerca di iniziative organizzate e qualsiasi forma di dissenso alle politiche messe in campo dal Governo contro la diffusione del Covid 19.  La pandemia è stata solo l’ennesima occasione per dare voce ai cosiddetti “haters”, gli odiatori della rete; paure, ansie, distanziamento, hanno fatto sì che i social media diventassero un veicolo di incitazione alla violenza.

Gli odiatori del web sono spesso nascosti tra persone comuni ed insospettabili, vivono la quotidianità della vita reale: sono il vicino di casa, la mamma che porta i bambini al parco, l’uomo in giacca e cravatta. Sono persone non classificabili in un target di riferimento: l’odio sembra poter colpire chiunque. Gli haters proliferano nei social, soprattutto nelle piattaforme più anonime e attraverso l’uso di connessioni criptate.

Nell’ambito di tale attività di monitoraggio, la Polizia di Stato ha identificato, attraverso complesse indagini informatiche, una quarantenne bolognese che, tramite la propria casella di posta elettronica @@@hotmail.com, aveva più volte minacciato il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, inviando numerosi messaggi ai loro indirizzi e-mail istituzionali.

La donna, nelle mail, apostrofava il Presidente del Consiglio rivolgendosi a lui come “mascalzone in cravatta peggio di un mafioso”, augurandogli di “bruciare all’inferno” . Dedicava analogo frasario al Presidente della Regione Stefano Bonaccini aggredendolo con parole come “delinquente”, “vorrei vederti in galera”, augurando anche la morte dei suoi famigliari.

Gli operatori del Compartimento Polizia Postale di Bologna in collaborazione con la D.I.G.O.S.,  in sede di perquisizione informatica, hanno rinvenuto sullo smartphone della donna la presenza di numerose mail che confermavano i fatti nonché altra corrispondenza dello stesso tenore  inviata ad altre personalità istituzionali (i politici Giorgia Meloni e Matteo Salvini, e addirittura il Pontefice) o medici conosciuti al grande pubblico a seguito delle opinioni espresse in numerose trasmissioni televisive (Matteo Bassetti e Umberto Gnudi).

La donna, dopo mesi trascorsi ad inviare mail esprimendo il proprio dissenso riguardo alcune scelte del Governo, contestando anche le raccomandazioni dei medici in tema di vaccinazione, ha indirizzato il proprio disaccordo, ormai trasformato in odio (heaters) verso il Presidente del Governo Mario Draghi e Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

Per i reati ipotizzati, la donna, incensurata, è stata denunciata in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per i reati di diffamazione aggravata e minacce.

L’esito dell’indagine dimostra come comportamenti “inappropriati”, ancorché mediati dalla comunicazione attraverso i social media, determinino conseguenze penali anche gravi.

La rete è diventata la proiezione della vita reale, così come nel quotidiano, anche nel web gli autori di comportamenti illeciti rispondono sempre delle proprie azioni.