Approvando all’unanimità la cessione all’Azienda Usl di un terreno a Baggiovara, il Consiglio comunale ha dato il via libera alla candidatura della costruzione dell’Ospedale di comunità di Modena ai fondi del Pnrr.

La delibera, presentata dall’assessora al Patrimonio Anna Maria Lucà Morandi nella seduta consiliare di oggi, giovedì 10 marzo, prevede la cessione all’Ausl di un’area comunale di oltre 5.500 metri quadrati, destinata a Servizi di interesse collettivo, che si trova non distante dall’Ospedale civile, attraverso la costituzione di un diritto di superficie gratuito, in quanto le opere da realizzare sono di rilevante interesse pubblico. La cessione avrà una durata di 50 anni, rinnovabili per altri 50.
Per accelerare l’iter della realizzazione e avviare quanto prima la progettazione dell’Osco, Comune e Ausl di Modena hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa già approvato dalla Giunta comunale su proposta del sindaco Gian Carlo Muzzarelli.
L’Osco è una struttura di ricovero breve, che afferisce al livello essenziale di assistenza territoriale, rivolta a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica potenzialmente erogabile a domicilio, ma che hanno bisogno di assistenza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna. L’ospedale di comunità rientra pertanto tra le tre aree di investimento per l’ambito dell’assistenza territoriale sanitaria previsto dalla missione M 6C1 del Pnrr.
L’Osco del Distretto di Modena, la cui realizzazione era stata sollecitata anche dal Consiglio comunale con un ordine del giorno approvato all’unanimità lo scorso novembre, rientrerà nella rete dei sette Ospedali di Comunità previsti sul territorio provinciale; avrà una quindicina di posti letto e sarà realizzato rivolgendo massima attenzione alla centralità del paziente e all’umanizzazione degli spazi. La nuova struttura, inoltre, sarà realizzata seguendo i protocolli di sostenibilità e di elevata efficienza energetica.
Sarà l’Ausl poi a farsi carico della costruzione e della gestione dell’Osco, svolgendo quindi anche le fasi di progettazione e seguendo l’iter dei finanziamenti Pnrr. I costi di realizzazione sono quantificati, sulla base di una prima stima economica, in circa 3milioni e 500mila euro e non comprendono le opere di urbanizzazione primaria i cui oneri sono invece a carico del Comune.
Il “Protocollo d’intesa tra il Comune di Modena e l’Azienda Usl di Modena per la realizzazione dell’Ospedale di Comunità (OsCo)” oltre a fissare gli impegni dei firmatari, stabilisce anche l’istituzione di un comitato tecnico, dove entrambe le parti sono rappresentate, che assicuri un efficace coordinamento durante la fase di progettazione ed esecuzione dei lavori.

 

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

“Dignità, continuità e vicinanza assistenziale e sanitaria” sono i tre elementi che il nuovo Osco potrà garantire a Modena e ai modenesi, come ha sottolineato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli intervenendo, nella seduta di giovedì 10 marzo del Consiglio comunale, nel dibattito sulla delibera legata all’Ospedale di comunità. “L’Osco potenzia la rete territoriale – ha affermato il sindaco –, sviluppando l’offerta del polo sanitario di Baggiovara e mettendo in rete nuovi servizi per la comunità”. In questa struttura si potranno definire piani assistenziali individuali, infatti, “che dovranno essere integrati con i servizi sociali territoriali con l’obiettivo di dare una risposta sempre più strutturata alle esigenze dei cittadini”, nell’ambito di una sanità pubblica integrata universalistica, quindi, “che dopo il Covid deve essere riorganizzata anche ai livelli nazionale regionale”.

Aprendo il dibattito per il Pd, Tommaso Fasano ha affermato che la delibera va nella direzione “di potenziare la sanità territoriale, come chiedono i cittadini, creando una struttura intermedia nella quale le persone possano essere curate in modo corretto, fuori dall’ospedale e a casa propria”. Il consigliere ha sottolineato anche la “programmazione efficace della Conferenza territoriale socio sanitaria in collaborazione con altri enti”.

Per Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) si tratta “del primo passo verso una sanità sempre più accessibile e di vicinanza”, ancora più necessario in quanto l’emergenza “ha fatto vedere a tutti gli effetti dei tagli alla sanità pubblica”. Gli Osco e le Case della salute, ha aggiunto, “sono fondamentali per una sanità capillare ma occorre anche un investimento sul personale sanitario”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) ha raccomandato di prestare attenzione “anche alla spesa corrente: uno struttura di questo tipo è positiva sul fronte della medicina territoriale” ma occorre tenere conto delle risorse pure “per gli operatori sanitari e per l’integrazione con i servizi sociali territoriali”. Altrimenti il rischio, ha affermato la consigliera, “è che l’Osco diventi una ‘scatola vuota’”.

Anche Giovanni Bertoldi (Lega Modena) si è concentrato sulla spesa pubblica necessaria “per i servizi sanitari e per il welfare sul territorio”, raccomandando “oculatezza”, con l’obiettivo di continuare a rispondere, attraverso le risorse, nel migliore modo possibile ai bisogno dei cittadini. Pure per l’Osco, un’opera che “assieme all’hospice di Baggiovara completa l’offerta sanitaria a Modena”, è necessario quindi “fare attenzione sia alle spese dirette sia a quelle indirette”.

“La sanità pubblica è un valore imprescindibile”, ha affermato Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle), a sua volta riflettendo sul tema della spesa: “Occorre un cambio di visione a livello nazionale sulla sanità – ha affermato –, come è emerso durante la pandemia rispetto a un servizio depotenziato”. Il consigliere ha suggerito quindi di investire sul numero di operatori sanitari e sulla formazione per gli stessi medici e infermieri.

Alla luce della convenzione di 50 anni tra Comune e Ausl, la delibera votata dall’aula rappresenta “il punto di partenza di un lungo percorso”, ha osservato Paola Aime (Europa verde – Verdi). La consigliera ha suggerito che l’Osco sia “modulare, con possibilità di ampliamento o di modifiche che dovessero emergere nel corso degli anni”, auspicando quindi che “l’Ausl e la comunità siano pronti ad accogliere le nuove esigenze dei cittadini”.