Un momento dell’iniziativa di presentazione dei murales nella sede del Polo 1

La sicurezza, quella di chi, seppur timoroso, ha la grinta giusta, ma anche quella in eccesso, che ti porta a sbagliare. L’arroganza, che può schiacciare chi ne è vittima ma che per qualcuno rappresenta un modo per proteggersi. E, ancora, il dolore che gli altri ti possono infliggere ma che qualcuno può aiutarti a curare, o la felicità, quella che ti porta con la testa tra le nuvole ma che a volte può farti perdere il contatto con il mondo intorno.

E poi, l’amore di persone vicine che si donano protezione e conforto, ma che la vita può portare a viaggiare in direzioni opposte, rendendole sempre più distanti e lontane. Infine, la rabbia, quella che ti fa stringere i pugni, ma che può anche essere trasformata in nuova energia positiva per superare i problemi.
Queste emozioni, nella loro ambivalenza, sono state rappresentate in opere di urban art realizzate all’interno della sede del Polo sociale 1 cittadino in piazzale Redecocca da cinque ragazzi “difficili”, che dopo aver lavorato sulle proprie esperienze, come nella “Rabbia” da loro raffigurata, hanno elaborato il male nelle loro emozioni e l’hanno trasformato in qualcosa di positivo, incanalando questa energia in impegno attivo, riflessioni e azioni che li hanno resi protagonisti di un progetto di riabilitazione.

I cinque ragazzi (un sesto sarà coinvolto in una attività analoga tra poco in partenza), minorenni o da poco maggiorenni, hanno partecipato a questo percorso attraverso il progetto “La strada è cultura”, parte del più ampio programma di interventi di giustizia riparativa del “Progetto Pe.lè. – Percorsi di giustizia riparativa ed educazione alla legalità” del Centro di Giustizia minorile di Bologna.
Il percorso, seguito dall’assistente sociale dell’Ufficio di servizio sociale per minorenni (Ussm) del ministero di Grazia e giustizia Simona Cascina, cui il Comune di Modena ha affiancato mediatori della cooperativa Mediando, che ha in appalto i servizi di mediazione dell’Amministrazione, ha preso il via in gennaio e si è sviluppato in dieci incontri di due ore ciascuno, per buona parte dedicati alla progettazione dei murales. I ragazzi, sotto la guida del “pittore” Simone Ferrarini, sono diventati autori delle opere realizzate nella sede di piazzale Redecocca che appunto, rappresentano la sicurezza, l’arroganza, il dolore, la felicità, l’amore e la rabbia, e hanno l’obiettivo di generare domande e riflessioni in chi le osserva, evidenziando come sia possibile vivere queste stesse emozioni in maniera anche molto differente a seconda della peculiarità di ciascuno. Le opere e il lavoro svolto sono stati presentati dai ragazzi durante una iniziativa che si è svolta nei giorni scorsi al Polo sociale 1 e ha coinvolto anche i parenti dei giovani, l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli e gli operatori dei servizi sociali, oltre agli operatori dei settori dell’Amministrazione che lavorano sui giovani e sulla sicurezza.
Il progetto dell’Ussm, che interessa l’intera Emilia-Romagna, è rivolto a ragazzi che hanno commesso reati da minori e ha l’obiettivo di offrire loro opportunità di svolgere insieme attività che valorizzino la dimensione di gruppo come opportunità positiva e risorsa e non come il contesto in cui compiere reati. L’intento, infatti, è gestire questi gruppi che tendono alla devianza non solo con modalità punitive, non sempre efficaci, ma anche permettendo loro di mostrarsi in modo diverso e di “riparare” a quanto commesso con attività di cura del bene pubblico.