Cosa ci ricordiamo o abbiamo dimenticato del “comics craze” degli anni ’60? Venerdì 6 maggio, alle 15,30, nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti (Via Belle Arti, 54) è in programma l’evento di inaugurazione del nuovo Seminario permanente sul fumetto: una tavola rotonda dal titolo “Rediscovering 1960s Pulp-Pop Comics“. L’appuntamento è promosso dal progetto di ricerca WeTell – Storytelling and Civic Awareness del LILEC – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, il CLOPEX – Centro Studi sulle letterature omeoglotte dei paesi extra-europei, l’associazione culturale ARCHI – Applying Research Cultural Heritage & Innovation.

Protagonisti della tavola rotonda saranno Jan Baetens, professore ordinario di Studi Culturali presso l’Unità di Ricerca di Studi Letterari dell’Università di Lovanio, e Hugo Frey, storico culturale e politico dell’Università di Chichester. Con loro discutono Gino Scatasta (Università di Bologna) e Daniele Barbieri (Accademia di Belle Arti di Bologna); modera Enrico Fornaroli (Accademia di Belle Arti di Bologna).

Il dialogo si focalizzerà in particolare sulle origini dell’innovativa “Barbarella” di Jean-Claude Forest, che ha avuto un’enorme influenza non solo sui fumetti per adulti in Europa e negli Stati Uniti, ma anche per l’influenza che il suo aspetto pulp-pop ha avuto sulle arti visive. La tavola rotonda esporrà anche l’humus ideologico nascosto di questi importanti fumetti dimenticati. Pur trattandosi di materiale che nasce da un potente sguardo maschilista e sessista, già nel maggio ’68 questo medium ospitava infatti opere importanti che commentavano le rivolte giovanili e le proteste contro la guerra americana in Vietnam. Insomma, nei fumetti per adulti prodotti tra la seconda metà e la fine degli anni ’60 c’è più di quanto potrebbe sembrare.

Il Seminario permanente sul fumetto si ripropone di ampliare la conoscenza del medium “fumetto” indagando il ruolo che esso svolge nelle nostre società. Il fumetto è stato e continua ad essere uno strumento di intrattenimento, propaganda, ma anche di attivismo sociale. Molti fumetti contemporanei hanno, per esempio, dato voce a comunità emarginate attraverso il genere biografico, autobiografico, documentaristico, oltre che attraverso la più tradizionale narrativa finzionale (a partire dal genere dei supereroi, forse il più pop del medium). Importante è poi la riflessione sulla cultura materiale del mezzo e sulle pratiche partecipative legate alla sua diffusione, produzione, consumo e condivisione.

Il Seminario permanente sul fumetto vuole quindi essere un’occasione di riflessione sul medium a tutto campo attraverso un approccio transdisciplinare (semiotica, studi visuali, culturali, storici, narratologici, pedagogici, sociologici e artistici) per esplorare nuovi orizzonti per sperimentare il potenziale che il medium ha non solo di narrare, ma anche di coadiuvare il cambiamento delle nostre società. L’iniziativa nasce come spin-off del Progetto AlmaIdea Senior 2017 “WeTell – Storytelling & Civic Awareness” dell’Università di Bologna, attivo presso il LILEC – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne.

Maggiori informazioni sull’evento: https://site.unibo.it/wetell/en/spin-off/rediscovering-1960s-pulp-pop-comics