Ieri, 31 maggio, la Squadra Mobile e il NIR della Polizia Penitenziaria, a seguito di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica distrettuale Antimafia di Bologna volta a contrastare il fenomeno dell’introduzione e relativo utilizzo di apparati cellulari all’interno delle case circondariali, ha eseguito l’arresto di un cittadino italiano che lavorava presso la struttura carceraria in qualità di impiegato in un’azienda che fornisce generi alimentari al carcere di Bologna. L’uomo è stato trovato in possesso, all’interno del carcere, di 400 grammi di hashish e 4 telefoni cellulari, di cui due mini telefoni di dimensione poco superiore ad un accendino, e due smartphone. Sia lo stupefacente che i telefoni erano destinati all’ala di massima sicurezza del carcere e sarebbero stati occultati all’interno dei generi alimentari destinati agli stessi. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di recuperare altri 48 grammi di hashish, 100 grammi di marjuana e 10 grammi di cocaina nonché un bilancino di precisione.

Nell’immediatezza la Squadra Mobile, il NIR e il personale della Polizia Penitenziaria in forza alla Casa Circondariale hanno dato esecuzione a 30 perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Bologna a carico di altrettanti soggetti, ristretti in maggioranza nell’alta sicurezza ma anche nell’area dei detenuti comuni, alla ricerca dei telefoni che gli stessi avevano utilizzato.

A seguito delle perquisizioni, sono stati rinvenuti 9 telefoni cellullari, di cui tre negli spazi comuni ai carcerati. Degli altri sei invece cinque sono stati trovati occultati nelle celle, in particolare nelle confezioni di sale e di zucchero. In sostanza i detenuti aprivano con grande attenzione la carta del contenitore dello zucchero o del sale, occultavano il telefono all’interno e dopo richiudevano la confezione utilizzando la colla in stick in modo che il prodotto apparisse ancora sigillato nel tentativo di sviare l’attenzione del personale operante. L’ultimo telefono è stato infine rinvenuto all’interno di un tutore per la gamba che un detenuto stava indossando. Infine, nei corridoi dell’alta sicurezza sono stati rinvenuti, all’interno delle placche dell’elettricità, tre caricabatterie modificati. Negli stessi, infatti, veniva tagliato l’attacco finale, così che, dopo aver diviso i cavi interni, potevano caricare il cellulare attaccandolo ai fili della luce oppure sfruttando il polo positivo e negativo all’interno del televisore.

Le quattro persone ristrette (due detenuti detenevano due telefoni cellulari) sono quindi state tratte in arresto per l’utilizzo abusivo dei telefoni cellulari.

Oggi si è tenuta l’udienza di convalida degli arresti. Tutti gli arresti sono stati convalidati; per il soggetto che ha introdotto lo stupefacente e i telefoni in carcere al fine di metterli nella disponibilità dei detenuti, è stata disposta la custodia cautelare nel carcere di Bologna.

Dei detenuti arrestati tre hanno patteggiato rispettivamente un anno e sei mesi, un anno e sei mesi e un anno e due mesi, mentre il quarto ha chiesto termini a difesa.