Sciopero per l’intera giornata giovedì 16 giugno delle lavoratrici e dei lavoratori dei nidi d’infanzia dei Comuni dell’Area Nord modenese contro la decisione di esternalizzare i servizi presa lo scorso 31 maggio dal Consiglio dell’Unione.

La Fp Cgil insieme alle lavoratrici daranno vita ad un corteo con ritrovo alle ore 9.30 davanti al Comune di Medolla (piazza della Repubblica,1-indicazioni cimitero) e sfilata per le vie del paese per ritornare davanti alla sede comunale dove si svolgerà il presidio con interventi di lavoratrici/tori sino alle ore 12.

Lo scorso 31 maggio è stata votata a maggioranza la linea di indirizzo per la gestione privata dei nidi d’infanzia dei comuni di Concordia “Arcobaleno”, Mirandola “Paese dei Balocchi”, San Felice “Hakuna Matata”, San Prospero “Le Farfalle”. Da subito le lavoratrici hanno risposto con il blocco dello straordinario dal 10 al 24 giugno, e lo scorso 31 maggio hanno anche dato vita ad un presidio davanti al Comune di Medolla in concomitanza con lo svolgimento stesso del Consiglio dell’Unione.

L’Unione e l’Asp Comuni Modenesi Area Nord hanno però ribadito nelle riunioni del 7 giugno con i sindacati e le Rsu le linee di indirizzo votate da Giunta e Consiglio dell’Unione, continuando a non presentare dati e documentazioni formali a sostegno delle decisioni assunte.

“La richiesta – afferma Veronica Marchesini FP Cgil Area Nord – del mantenimento della gestione pubblica di tutti i nidi d’infanzia, al fine di potenziare l’offerta formativa e di salvaguardare il patrimonio educativo costruito, non è stata presa in considerazione, anche attraverso il consolidamento dei lavoratori a contratto a tempo determinato che da anni lavorano nelle strutture d’infanzia. Abbiamo anche ribadito che il conferimento in Asp (che come soggetto pubblico non è sottoposta agli stessi vincoli dei comuni in tema di assunzioni del personale), permetterebbe di proseguire nella gestione pubblica non solo dei nidi di San Felice e Concordia, bensì quelli di tutti e 4, compresi quelli di San Prospero e Mirandola. A tal proposito, fa riflettere che mentre viene sancito legalmente il recesso del Comune di Mirandola da Ucman e il rientro dei servizi in Comune, si esternalizzi però il nido d’infanzia del Comune stesso”.

“Si tratta ancora una volta di una scelta dichiaratamente politica, che lascia nell’incertezza lavoratori e cittadini sul futuro di contratti di lavoro e servizi alle famiglie così importanti” ribadisce la rappresentante della Fp Cgil.

La Fp Cgil sta anche valutando, insieme alle lavoratrici a tempo determinato, di intraprendere le vertenze legali per tutelare chi da anni (alcune lavoratrici anche da oltre 10 anni) ha lavorato nei nidi con contratti precari. L’Ucman si ritroverebbe a risarcire il personale per migliaia di euro, configurandosi anche il danno erariale.