Due tunisini sono stati arrestati il 28 luglio scorso con l’accusa di tentato omicidio aggravato in concorso, in esecuzione di un provvedimento restrittivo emesso dal Giudice per le Indagini preliminari. I fatti risalgono al 22 luglio precedente, quando i Carabinieri della Centrale Operativa di Bologna hanno ricevuto la telefonata di un cittadino che riferiva di una lite nei pressi di un cantiere edile situato in via dei Mille a Castenaso. Appresa la notizia, i Carabinieri di San Lazzaro di Savena si sono recati sul posto trovando un uomo, identificato in un 34enne bolognese, in stato di incoscienza, legato mani e piedi col filo di ferro ad un tavolo.

Nella circostanza i Carabinieri hanno identificato due tunisini nelle vicinanze, un 35enne e un 37enne che, in un primo momento, sono stati ritenuti responsabili “solo” della rapina dello smartphone del malcapitato, il quale, soccorso dai sanitari del 118, è stato trasportato al Pronto Soccorso del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna in condizioni di media gravità (codice 2) e poi dimesso con una prognosi di 10 giorni. Il telefonino, rinvenuto nella tasca di uno dei due tunisini, è stato restituito alla vittima.

Nel proseguo delle indagini, coordinate dal Pubblico Ministero dr.ssa Francesca Rago della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, l’accusa nei confronti dei due stranieri, grazie agli elementi successivamente raccolti, è cambiata radicalmente. Si è accertato, infatti, che alle 19:00 del 22 luglio scorso, il 34enne bolognese e il suo datore di lavoro erano arrivati al cantiere per recuperare degli attrezzi e quando sono entrati hanno trovato i due tunisini in stato di alterazione cagionata dall’abuso di sostanze alcoliche. I due tunisini, ex operai del cantiere recentemente licenziati, continuavano ad appoggiarsi alla struttura per dormire e alla vista dei due italiani, non conoscendoli, li hanno scambiati per ladri. A quel punto il capo cantiere è fuggito mentre il suo collaboratore è stato catturato dai due stranieri, legato con il filo di ferro, picchiato e preso a bastonate. Solo la telefonata al 112 di un cittadino che ha sentito dei rumori e l’arrivo tempestivo dei Carabinieri ha evitato il peggio, come peraltro scritto sulla successiva ordinanza di custodia cautelare: “… evento morte che non si verificava per l’intervento dei Carabinieri…”.

Consapevoli delle loro azioni, ancor più dopo il primo intervento dei Carabinieri, i due tunisini hanno lasciato Bologna dirigendosi verso Nord, dove sono stati rintracciati nel veronese dai Carabinieri di San Lazzaro di Savena che gli hanno notificato un provvedimento di fermo nel frattempo emesso dalla Procura della Repubblica di Bologna.

Al momento i due si trovano ristretti nel carcere di Verona, poiché sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del luogo al termine dell’udienza di convalida.