“Ferrarini spa, alla quale sono pervenute per conoscenza le espressioni di voto che i creditori hanno trasmesso al Commissario giudiziale, comunica che la sua Proposta concordataria è stata approvata dal 75% delle Classi dei creditori (9 Classi di 12) e da una corrispondente percentuale (oltre il 71,96%) dei creditori considerati nel loro complesso”.

Lo dichiara in una nota Ferrarini spa in occasione della consegna al Tribunale di Reggio Emilia delle espressioni di voto dei creditori del Concordato Ferrarini. Il piano di ristrutturazione depositato prevede che, all’esito dell’omologazione del concordato, subentri nel capitale il gruppo Pini, primo gruppo italiano nella trasformazione di carni suine italiane, con AMCO in veste di finanziatore supporting. “La Società – è scritto nella nota – comunica pertanto con soddisfazione l’apertura del giudizio per l’omologazione del Concordato”.

“L’omologazione da parte del Tribunale di Reggio Emilia, che si confida possa avvenire entro la fine del 2022, è una tappa decisiva”. Lo dichiara il consulente legale del gruppo Ferrarini, Sido Bonfatti, nel commentare l’approvazione della proposta concordataria. Bonfatti, che è professore di Diritto della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza all’Università di Modena e Reggio Emilia, è autore di alcuni dei libri fondamentali sulla crisi d’impresa e Presidente del Centro Studi di Diritto Fallimentare di Modena.

“Una volta intervenuto tale provvedimento – continua Bonfatti – il Concordato può essere eseguito, nonostante l’eventuale pendenza di controversie davanti ad altri Tribunali.
A tale proposito la Società non è allo stato a conoscenza di provvedimenti adottati sul reclamo che il creditore che ebbe a proporre una Proposta concorrente ha presentato contro il provvedimento del Tribunale di Reggio Emilia. Tribunale che in prossimità della adunanza dei creditori fissata per maggio del 2022 ha dichiarato inammissibile per la seconda volta la Proposta concorrente.
È prossima – continua Bonfatti – quindi la conclusione di una procedura di concordato che si distingue come forse la più lunga di quelle che si ricordano”.

“Una conclusione – dichiara Alberto Guiotto, capo dell’Advisory Department di Agfm, lo studio di consulenza che affianca Ferrarini dal punto di vista societario – che è stata resa possibile esclusivamente dalla circostanza che la gestione dell’impresa Ferrarini in questi quattro anni e mezzo ha generato utili, e non perdite, dimostrando oltre ogni possibile dubbio la capacità anche per il futuro di rimanere sul mercato e di salvaguardare integralmente i livelli occupazionali e l’importante indotto. Indotto che ha creduto in Ferrarini anche nei momenti più difficili, tanto è vero che a favore del concordato si è espresso ben il 76,2% dei fornitori”.

L’azienda
Primo brand italiano a produrre prosciutto cotto senza polifosfati aggiunti, Ferrarini è ormai una tra le più importanti realtà europee nel settore agroalimentare e propone in tutto il mondo, oltre al suo prosciutto cotto, i prodotti simbolo del Made in Italy: dal prosciutto di Parma alle diverse specialità di salumeria, accompagnate dai prodotti dell’azienda agricola di famiglia commercializzati dal Gruppo come il Parmigiano Reggiano Dop, i vini e l’aceto balsamico di Modena e Tradizionale Dop.
Il gruppo da sempre ha fatto dell’impegno per la sostenibilità un carattere distintivo sul mercato. Nell’area agricola vanta una filiera del Parmigiano Reggiano DOP completamente integrata, dal foraggio all’allevamento delle 3 mila vacche da latte, fino alla trasformazione e alla stagionatura delle forme; una filiera che ha permesso all’azienda  di ottenere, già nel 2007, la certificazione di “prodotto con latte ottenuto da alimentazione NON OGM”. L’azienda agricola inoltre ha convertito i vigneti a coltura biologica e dalla vendemmia del 2017 i vini Ferrarini, tipici del territorio, si possono fregiare della denominazione “biologico””.