Cresce la preoccupazione per le sorti dell’Unione Comuni modenesi Area Nord (Ucman) e per il futuro lavorativo del personale man mano che si avvicina l’uscita del Comune di Mirandola con tutti i servizi conferiti in Unione, prevista per il 1° gennaio 2023.

Già a partire da giugno di quest’anno il sindacato Fp Cgil, insieme alle Rsu dell’Unione, ha chiesto di confrontarsi con tutti gli Enti locali coinvolti, su una vicenda molto complessa e da importanti risvolti organizzativi per gli oltre 100 lavoratori di Ucman, per i servizi e per i cittadini stessi.

“Negli unici due incontri svolti a partire solo dalla metà di ottobre, con tempi inaccettabili considerata la portata dei temi trattati, alla presenza dei Sindaci dei Comuni che compongono l’Unione e delle dirigenti, – afferma Veronica Marchesini Fp Cgil Mirandola – sono stati forniti alla parte sindacale dati imprecisi e insufficienti, peraltro più volte richiesti e mai forniti tempestivamente, lasciando solo spazio, invece, alla dichiarazione di principi ed intenti sul futuro dell’Unione”.

“Come organizzazione sindacale unitamente agli stessi delegati dei lavoratori – prosegue Marchesini – abbiamo costantemente sollecitato la definizione dell’obiettivo politico di Ucman accompagnato da una concreta strategia organizzativa per prefigurare sin da subito il funzionamento di un’Unione non più a 9, ma a 8 Comuni (Finale Emilia, San Felice, Cavezzo, Concordia, San prospero Medolla, Camposanto, San Possidonio), per garantire certezze organizzative ai lavoratori e continuità dei servizi ai cittadini”.

La totale assenza concreta, invece, di tale programmazione riscontrata in questi mesi, il mancato coinvolgimento dei lavoratori e delle Organizzazioni sindacali che li rappresentano, preoccupano per le ricadute che già ci sono e che potrebbero esserci sul personale, oltre che per la tenuta stessa dei servizi.

Nei prossimi giorni la Fp Cgil incontrerà Rsu, lavoratrici e lavoratori per stabilire le iniziative da intraprendere e portare ulteriormente agli occhi dei Sindaci dei Comuni il disagio ancora inascoltato tra il personale di Ucman che continua a garantire, in condizioni sempre più precarie di mezzi e di persone, i servizi al territorio e ai Comuni stessi.