Francesco Tosi, sindaco di Fiorano Modenese, ha scritto per la quinta volta ai parlamentari modenesi per sensibilizzarli sulla necessità di intervenire a livello legislativo per introdurre la copertura pensionistica per tutti i sindaci e gli assessori comunali, anche per coloro che non possono essere posti in aspettativa dal lavoro, in quanto privi di una occupazione stabile al momento della elezione.

Il Sindaco aveva già scritto negli anni scorsi, per quattro volte, agli eletti in provincia, invitandoli ad intervenire, ma ad oggi il problema rimane.

Stavolta i destinatari della nuova missiva sono tutti i parlamentari eletti in Emilia Romagna (29 deputati e 14 senatori). Contemporaneamente Francesco Tosi ha scritto anche al presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, affinché si faccia carico della questione “che – scrive – confligge, a mio giudizio, con la correttezza costituzionale e con le regole democratiche, in quanto pone assurde differenze di trattamento tra chi svolge uno stesso ruolo e penalizza soprattutto i giovani, alcuni dei quali difficilmente potranno concretamente intraprendere il percorso da Sindaco”.

Questo il testo della lettera indirizzata ai “Parlamentari eletti in Emilia Romagna affinché si attivino per far sì che ogni sindaco abbia diritto ai contributi pensionistici e che quindi il suo lavoro non sia trattato come ‘lavoro nero’.

Stimati Senatori e onorevoli Deputati, chiedo un Vostro effettivo interessamento a colmare una grave lacuna normativa, totalmente incomprensibile ad ogni cittadino: la non contribuzione pensionistica per alcuni sindaci e assessori (chi non è in aspettativa in quanto privo di lavoro stabile al momento della elezione). Si tratta di un fatto grave, anticostituzionale e per di più lesivo della vera democrazia e del diritto soprattutto dei giovani di partecipare alla politica attiva.

Prima domanda:

È giusto, secondo Voi, che un Sindaco non goda de i contributi pensionistici e che pertanto il periodo di lavoro da sindaco non concorra per nulla a maturare la pensione?

Aggiungo inoltre che a quel sindaco non è data neppure la possibilità di versare personalmente i contributi cosiddetti “volontari” per la pensione. Solo il lavoro nero ha le stesse condizioni davanti alla legge.

Infatti, se un cittadino al momento della elezione a sindaco ha un rapporto di lavoro dipendente oppure è un lavoratore autonomo, questi ha diritto alle contribuzioni pensionistiche da parte dell’Ente e il periodo di mandato politico-amministrativo contribuirà pienamente alla maturazione della pensione in modo identico, come se avesse svolto il lavoro dal quale è in aspettativa.

Se però l’eletto sindaco è un cittadino privo di lavoro stabile, costui non avrà copertura pensionistica. Quale altro lavoro non prevede copertura pensionistica? Solo il lavoro nero.

A me, e a tutti i cittadini con i quali ho parlato, tutti, trovano assurda questa condizione. Tra l’altro, questa norma penalizza soprattutto i giovani.

Seconda domanda:

Avvertite il dovere di fare qualcosa per correggere questa assurda stortura legislativa? Se non farete nulla (è molto semplice correggere questa norma: basta un articolo di legge di poche righe, con implicazioni economiche del tutto irrisorie) significa che condividete la situazione attuale e Vi sarò davvero grato se mi comunicherete il motivo di questa Vostra posizione.

Ogni volta che informo di questa situazione i cittadini, alla iniziale incredulità seguono imprecazioni nei confronti dei Parlamentari. Questo mi dispiace molto, perché una Democrazia ha bisogno di tutto tranne che di sfiducia nelle Istituzioni e nei propri rappresentanti.

Voi potete risolvere questa situazione. Per quattro volte a partire dal 2016 ho tentato di sensibilizzare i parlamentari del territorio modenese, ma senza risultato alcuno. Questa è la quinta volta. Ora rivolgo il mio appello ai Parlamentari eletti nella mia Regione. A dire il vero due anni fa, a seguito dell’invio di una lettera analoga, il sen. Gabriele Lanzi (5Stelle) si interessò seriamente alla cosa confezionando un emendamento ad hoc da presentare in Commissione, ma poi… tutto si fermò.

In attesa di un riscontro e soprattutto di un impegno a risolvere la stortura in oggetto, ringrazio e saluto cordialmente.

Infine il Sindaco conclude: “Ci tengo a informare che non conduco questa ‘battaglia’ pro domo mea, in quanto io sono, anzi, uno dei sindaci privilegiati. Essendo infatti un insegnante, nel mio primo mandato ero in aspettativa e quindi venivano effettuati i versamenti all’INPS come se svolgessi il mio lavoro di provenienza (tanto che dopo tre anni raggiunsi le condizioni per il pensionamento).  Il mio collega sindaco di Maranello invece (giovane di grandi capacità e ottimo sindaco) ha svolto un intero mandato (5 anni) senza maturare un giorno di pensione. Secondo Voi, avrebbe potuto ripresentarsi per un secondo mandato? Infatti rifiutò la proposta del secondo mandato.”