“Il 2022 ha visto una robusta risposta delle imprese alle difficoltà. L’Emilia-Romagna è stata infatti la locomotiva d’Italia, con una crescita del Pil del 4,9%, crescita che però si differenzia tra settori, come sempre più dalla pandemia a oggi si può osservare. Il 2023 sarà un anno più incerto e difficile, tuttavia il segno più dovrebbe arrivare a sfiorare l’1%, segno che gli imprenditori del nostro territorio continuano a scommettere su sé stessi”.

Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, commenta così i dati forniti dall’Ufficio Studi dell’associazione, che ha svolto un’analisi approfondita dello stato di salute delle imprese reggiane a fine 2022. Fondamentale nell’ultimo anno è stato l’apporto delle costruzioni, il cui valore aggiunto a Reggio Emilia già nel 2021 superava il 2019 del 13%, per effetto del traino dei bonus edilizi. Il settore turistico, al contrario, ha visto un rimbalzo delle presenze del 47% nei primi 11 mesi del 2022, ma rimane tutt’ora al di sotto dei valori pre pandemia del 2019 (-12,4%). Il recupero completo del settore è previsto nel 2023. “I dati di contesto mantengono il segno più – riprende il presidente Luppi – tenendo presente però due aspetti di grande rilevanza: da una parte l’inflazione che, dai segnali di questi ultimi giorni, dovrebbe comunque calare a causa della frenata dei costi energetici, dall’altro l’inevitabile calo delle costruzioni. Sarà importante mantenere la crescita dell’export manifatturiero, che anche nel 2022 ha fatto da traino per le nostre imprese”.

Contesto economico. L’economia reggiana nel corso del 2022 ha dovuto affrontare livelli di inflazione inediti: a dicembre Reggio Emilia rileva una crescita dei prezzi al consumo dell’11%, in linea con il dato medio regionale (+11,6%) e nazionale (+11,6%), con una accelerazione di ben 7,2 punti percentuali rispetto all’anno scorso. Questa rincorsa dei prezzi è stata innescata dal comparto energetico: i prezzi di elettricità, gas e combustibili sono più che raddoppiati in un anno (+121,5%). Secondo la stima dell’Ufficio Studi Confartigianato il caro-bollette di elettricità e gas ha comportato per le micro e piccole imprese di Reggio Emilia un aggravio di 279 milioni di euro di costi. Nonostante si preveda un rallentamento della corsa dei prezzi al primo trimestre del nuovo anno, il clima di incertezza contribuisce a deteriorare le previsioni sul Pil del 2023: a livello regionale si prevede un contenuto +0,8%, meno brillante del 2022 ma che permetterà comunque di superare del 4,1% i livelli del 2019 pre pandemia. “Sull’energia in particolare – sottolinea Carlo Alberto Rossi, segretario generale dell’associazione – stiamo implementando un ufficio specifico per consulenti che aiutino le imprese a ottimizzare i consumi e risparmiare, oltre a continuare a lavorare con il consorzio Cenpi. Inoltre l’impegno di Lapam è di lavorare per le comunità energetiche”.

Export. L’export manifatturiero ha fornito un contributo positivo all’economia provinciale nei primi 9 mesi del 2022, segnando una crescita del 19,5% rispetto al 2021. Tra i settori manifatturieri, quelli prevalentemente composti da micro e piccole imprese, come tra gli altri moda, legno, alimentare, hanno avuto una crescita del 28,4% superiore al resto della manifattura. Tuttavia una parte significativa di questo incremento è determinata dall’aumento dei prezzi più che del volume esportato: le stime a livello nazionale per i settori di Mpi parlano di un incremento in valore del 18,6% che si traduce in un aumento del volume, quindi dei prodotti effettivamente venduti, di un più modesto +3,5%.
“La risposta di Lapam nei confronti delle imprese che lavorano con l’estero è molteplice – riprende Rossi, -. Penso all’ufficio bandi che propone diversi progetti di internazionalizzazione e anche al Match Impresa che ha preso il posto del Matching Day. Si tratta di una piattaforma digitale che abbiamo sviluppato per permettere uno scambio di prodotti e servizi tra imprese. Inoltre stiamo lavorando anche con altre piattaforme per ridurre le distanze e permettere alle piccole imprese di lavorare con l’estero”.

Lavoro. Il mercato del lavoro, con gli ultimi dati regionali, mostra un ritardo nel recupero dei livelli pre pandemia (-2%) tutto da imputare al lavoro indipendente: rispetto al 2019 pre crisi il numero di dipendenti in regione è cresciuto dello 0,5% mentre gli indipendenti (autonomi, liberi professionisti e imprenditori) è calato parecchio, con un complessivo -11%. Nel frattempo a gennaio 2023 le imprese reggiane dell’industria e servizi prevedono di aver difficoltà a reperire quasi un lavoratore su due (il 49,8%). “Qui si inserisce il nostro progetto MyLapamJob – puntualizza il segretario Lapam – che fa incontrare domanda e offerta di lavoro, un servizio particolarmente prezioso in questo periodo. Oltre a questo va ricordato Lapam Crea Futuro, per inserire giovani neolaureati nel nostro gruppo di lavoro”.

Credito. Resta critico il rapporto con le banche attuale e futuro. I prestiti concessi alle piccole imprese tornano a calare in regione dopo un periodo positivo (-1,6% a giugno 2022 rispetto all’anno precedente) per effetto della politica di stretta monetaria, che determinerà anche un aumento del costo del credito (a oggi i tassi sui prestiti alle micro e piccole imprese sono di 310 punti base superiori rispetto alle medio-grandi). Rossi completa il ragionamento: “Abbiamo formato 200 consulenti strategici che possano aiutare gli imprenditori nella gestione delle aziende e che, in particolare, accompagnino le imprese nel rapporto con gli istituti di credito. Si tratta di uno sforzo imponente, anche sotto il profilo degli investimenti nel campo della digitalizzazione, che permette anche alle piccole imprese di farsi trovare pronte e di accedere più facilmente al credito”.

Demografia imprese. Gli ultimi dati sulle imprese attive in provincia attestano una crescita tendenziale sia del numero di imprese totali (+0,8% a novembre 2022) che tra le imprese artigiane (+0,8% al terzo trimestre 2022). Bene le costruzioni e i servizi, mentre soffrono i comparti manifatturiero e dell’agricoltura.