Una decisione attesa quella presa ieri dal Parlamento Europeo, che con la formalizzazione dell’accordo raggiunto in sede di Consiglio, ha approvato la messa al bando dei motori endotermici a partire dal 2035 (con una possibilità di revisione, piuttosto remota, nel 2026).

In particolare, l’accordo prevede che per il 2030 si raggiunga una riduzione delle emissioni di CO2 del 55% per le automobili e del 50% per i furgoni rispetto ai valori del 202 (con la deroga per le aziende che producono meno di 10.000 autoveicoli all’anno, come le auto di lusso), sino appunto ad arrivare alle emissioni zero dal 235.

“È la conferma di una decisione che sarà molto impattante per la nostra Motor Valley – osserva Stefano Camatti, presidente di Cna Produzione Modena – una filiera nella quale Modena svolge la funzione di baricentro e che comprende non solo le imprese manifatturiere, ma anche il mondo dell’autoriparazione”.

Il rischio è quello di perdere la professionalità dell’intera filiera e di partire svantaggiati rispetto ad altre realtà che hanno già maturato una consolidata esperienza nell’elettrico, come la Cina ed altre realtà orientali.

In questo contesto sono necessarie forti politiche pubbliche, nazionali e locali, per la riconversione delle imprese e degli addetti che domani si occuperanno di auto elettriche. Un obiettivo per il quale è necessaria una massiccia pianificazione formativa ed infrastrutturale.

“Le imprese a questa transizione stanno già pensando: è delle scorse settimane la presentazione di un progetto sulla produzione ed utilizzazione dell’idrogeno verde da parte di una rete di piccole e medie imprese forti di una grande esperienza sull’uso dell’idrogeno e più in generale dei gas compressi”, continua Camatti.

“Abbiamo un timore – insiste il presidente – che questa decisione sia stata presa d’impulso, sulla base di un condivisibile obiettivo legato alla transazione ecologica, ma dimenticando in primo luogo le implicazioni economiche di questa scelta, in secondo luogo senza prima individuare quelle politiche e quelle azioni necessarie per far sì che l’automotive europeo, ed italiano in particolare, non perdano il proprio vantaggio competitivo rispetto ai competitori asiatici e statunitensi”.

In ogni caso il settore dell’automotive endotermico dovrà, per rispettare i parametri fissati dal Parlamento, accelerare rispetto alle tecnologie di riduzione degli inquinanti, e anche sotto questo profilo le imprese del nostro territorio sono chiamate ad uno continuo adeguamento delle loro capacità produttive, soprattutto sotto il profilo qualitativo.

“Un tema, quello della formazione continua – conclude Camatti – sul quale Cna è già impegnata ed intensificherà la propria azione”.