ROMA (ITALPRESS) – Al 31 dicembre del 2022 il debito delle amministrazioni pubbliche era pari a 2.762,5 miliardi, contro i 2.678,1 miliardi (150,3% del Pil) del 2021. E’ quanto emerge dalla stime di Bankitalia, secondo cui l’aumento del debito nel 2022, pari a 84,4 miliardi, “ha riflesso sia il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (54 miliardi) sia l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio (34,4 miliardi)”. Le disponibilità liquide del Tesoro sono diminuite di 4 miliardi, a 43,5.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle amministrazioni centrali è cresciuto di 85 miliardi, a 2.675,3, mentre quello delle amministrazioni locali si è ridotto di 0,6 miliardi, a 87; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile. Lo scorso dicembre la vita media residua del debito era pari a 7,7 anni, da 7,6 del 2021. Nel corso del 2022 la quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è cresciuta ulteriormente per effetto degli acquisti di titoli pubblici nell’ambito dei programmi decisi dall’Eurosistema, collocandosi al 26,1% alla fine dell’anno (dal 25,3% al termine del 2021).
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