E’ stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno a sostegno della candidatura “La tradizione del Balsamico tra socialità, arte del saper fare e cultura popolare dell’Emilia centrale” a patrimonio culturale immateriale Unesco, presentato da tutte le forze politiche del Consiglio comunale di Fiorano Modenese, nel corso dell’ultima seduta a fine febbraio.

La candidatura Unesco della tradizione del Balsamico è un progetto a cui, dal 2019, la Consorteria del Balsamico Tradizionale di Spilamberto sta lavorando insieme alla Confraternita dell’Aceto Balsamico Tradizionale Reggiano, su proposta di Maurizio Fini, presidente del comitato “Tradizione del Balsamico” e Gran Maestro della Consorteria. Il progetto vuole unire tutte le risorse del territorio, soggetti pubblici e privati, acetaie comunali e private, Consorzi di tutela, aziende, associazioni economiche e di promozione del territorio, scuole, università e cittadini, per raggiungere l’obiettivo comune del riconoscimento Unesco. Ha già raccolto il consenso dei cultori del prodotto e di molte amministrazioni nelle province di Modena e Reggio Emilia.

Nell’Emilia centrale è infatti profondamente radicata la tradizione del Balsamico come elemento di socialità, di arte del saper fare diffusa sul territorio e di cultura popolare. Negli anni, accanto alle acetaie private, fondamentali per trasmettere la passione e l’esperienza per il Balsamico, si è consolidata la rete delle acetaie comunali che permettono a cittadini e turisti di conoscere questa eccellenza.

Anche l’acetaia del Comune di Fiorano Modenese fa parte di questa rete. Inaugurata nel 2008, è collocata nella torre pentagonale del castello di Spezzano e può essere visitata su richiesta, con anche assaggi guidati del prodotto, o durante le visite guidate gratuite l’ultima domenica del mese.

Ospita tre batterie di botti per la produzione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena dop; una attiva dal 1986. Una batteria di 10 botti ed una botte “madre” permettono di comprendere l’antico e complesso procedimento di travasi, che donano all’aceto profumo, densità e gusto inconfondibili. La conduzione è affidata ad acetai esperti della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, nel rigoroso rispetto delle regole della tradizione locale, in collaborazione con l’associazione “Amici del Castello”.

Durante la visita è possibile conoscere l’antico procedimento che trasforma il mosto d’uva cotto in un prodotto apprezzato nel mondo. Pannelli descrittivi, documenti originali, strumenti e oggetti antichi legati alla produzione e alla cultura contadina, immergono il visitatore nella vita del ‘maestro acetaio’, che, con sapienza e saggezza tramandate di generazione in generazione, con tecniche antiche e quasi alchemiche, compie, negli anni, la trasformazione del semplice mosto cotto in squisito aceto balsamico dop.

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a castellospezzano@gmail.com, 335 440372.