Senza le imprese artigiane, Modena perderebbe il 30,6% del totale delle attività presenti sul territorio. È quanto emerge da un’analisi effettuata dall’ufficio studi Lapam sull’incidenza dell’artigianato nella città della Ghirlandina. All’indomani della Festa di San Giuseppe Artigiano, che la nostra associazione ha voluto celebrare con un momento di riflessione in Arcivescovado sull’importanza del lavoro artigiano, l’ufficio studi Lapam ha svolto un approfondimento sull’incidenza dell’artigianato nella nostra area.

La nostra provincia è tra le prime 20 in Italia per numero di imprese artigiane, pari a 19.605 realtà produttive, l’1,5% del totale nazionale. Nel 2022, con 1.491 iscrizioni, il contributo dell’artigianato alla rigenerazione del sistema produttivo è di una nuova attività su tre. Gli occupati – dipendenti e indipendenti – dell’artigianato modenese sono 51mila, il 66% lavora in imprese artigiane con meno di 9 addetti, il 27% in imprese con 10-49 addetti e il 6,7% con 50 o più addetti. Di questi, il 44% sono lavoratori indipendenti. In 10 anni, la presenza di imprese a carattere artigiano si è assottiglia: rispetto al 2012 quando erano 22.508, nel 2022 ne contiamo 19.605, quasi tremila in meno. Se non ci fossero gli artigiani, 119mila abitazioni rimarrebbero senza la manutenzione delle 7.536 imprese artigiane dell’edilizia e installazione di impianti. Nei magazzini delle imprese di produzione e alle porte di negozi ed uffici rimarrebbero le merci non più gestite dalle 1.046 imprese artigiane dell’autotrasporto. Il parco auto di 480mila veicoli circolanti in provincia rimarrebbe senza 891 autoriparatori artigiani.

«Si tratta solo di alcune rappresentazioni di ciò che potrebbe accadere nella nostra regione senza le competenze artigiane – ha specificato Gilberto Luppi, presidente generale Lapam Confartigianato -. Questi esempi fanno capire l’importanza del lavoro artigiano. Non soltanto perché garantiscono qualità, competenza e servizio. Ma anche perché gli artigiani insegnano un lavoro: la formazione sul campo fatta dagli artigiani ai neoassunti è una semina quotidiana, da cui l’intero comparto potrebbe risorgere, grazie anche ai 21mila giovani modenesi che si sono appena diplomati in istituti tecnico-professionali e che, con le loro competenze, potrebbero diventare a loro volta gli imprenditori artigiani del domani».