Sono 76 i progetti di start up che saranno finanziati dalla Regione Emilia-Romagna con un contributo di 6,2 milioni di euro, per generare un investimento complessivo quantificato in circa 12,7 milioni. Cinquantotto dei progetti finanziati prevedono un incremento occupazionale, 31 sono imprese appartenenti alle industrie culturali e creative, mentre 15 progetti sono particolarmente votati ai temi ambientali e 10 provengono da aree interne e appenniniche.

Si sono concluse le attività di valutazione dei progetti presentati per il “Bando per il sostegno allo sviluppo delle start up innovative”, attraverso il quale la Regione si è posta l’obiettivo di supportare gli investimenti connessi a risultati della ricerca o di soluzioni tecnologiche, adattamento di prodotti e servizi alle esigenze di potenziali clienti, ingegnerizzazione di prototipi e piani di sviluppo industriale, apertura o sviluppo di mercati esteri.

Particolare attenzione si è rivolta alle proposte che hanno privilegiato lo sviluppo di soluzioni innovative con impatti in termini di sostenibilità, per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030 e contrastare il cambiamento climatico. Rispetto a quest’ultima priorità il bando aveva previsto una riserva (con graduatoria a parte) di 1,5 milioni euro per i progetti che offrivano soluzioni innovative sui temi dell’energia pulita, l’economia circolare, clima e risorse naturali. Una seconda riserva di risorse (con una seconda graduatoria a parte), anche questa pari a 1,5 milioni di euro, era dedicata alle imprese culturali e creative.

L’alta qualità dei progetti approvati ha spinto la Regione ad aumentare la risorse messe a disposizione originariamente dal bando, stabilite in 5 milioni di euro e ora elevate a 6,2 milioni.

Interessante rilevare che, a fronte della quasi totalità delle proposte provenienti da microimprese, ben 37 propongono un investimento pari o superiore a 150mila euro, cifra notevole per imprese di queste dimensioni.

“La propensione all’investimento e ad assumere sono elementi che denotano una grande vitalità imprenditoriale- commentano gli assessori regionali allo Sviluppo economico e Green economy, Vincenzo Colla e alla Cultura, Mauro Felicori-. Dobbiamo sostenere con convinzione queste imprese giovani che investono energia e risorse su ambiti produttivi legati alla ricerca, alla innovazione, alla cultura, perché hanno sicuramente un grande potenziale”.

Le domande pervenute sono state 118, dal punto di vista territoriale le Province che segnano il maggior numero di proposte sono Bologna (34) e Modena (25), ma ben 15 sono i progetti che sono giunti da aree disagiate (aree interne e montane).

Molto interessante anche analizzare gli interventi che si andranno a finanziare. Tra i progetti più innovativi, sia per l’ecosistema regionale che per la capacità di contribuire alla neutralità carbonica e alla lotta al cambiamento climatico ed ai target Agenda 2030, si distinguono, ad esempio, lo spinoff dell’Università di Bologna che reinventa l’azione di presa robotica di qualsiasi oggetto grazie ad una tecnologia a film sottile, che diventa adesiva a comando per elettrostaticità. Ma anche l’idea di un’azienda al centro della Motor Valley emiliana, che ha pensato di combinare tecnologie 4.0 e artigianalità per ‘restomodizzare’ (pratica che prevede un aggiornamento tecnico e tecnologico di una vettura storica) auto iconiche del passato, ormai prive di requisiti di sicurezza, affidabilità, in linea con i dettami dell’economia circolare.

Altri progetti riguardano: la realizzazione di Gateway satellitare per connettere i dispositivi IoT anche in assenza di Internet con un sistema di comunicazione misto, terrestre/satellitare; il progetto collocato nell’ambito della “robotica collaborativa”, che prevede di creare una serie robot antropomorfi capaci di stampare tipograficamente su supporti di diverso tipo; lo sviluppo e la produzione di sensori per la presenza di gas, con il monitoraggio di parametri ambientali (CO2, O2, pressione, temperatura, localizzazione); lo sviluppo e l’industrializzazione di robot mobili a guida autonoma in grado di svolgere autonomamente lavorazioni quali, trinciatura, irrorazione, raccolta frutta e orticole e di raccogliere dati ed informazioni sulle colture, frutto di collaborazioni con i laboratori dell’Università di Bologna; la tecnologia ICT, inedita, indossabile e modulare, sviluppata in collaborazione con Unibo e UNife per misurare parametri audio-vestibolari integrate con le diagnostiche consolidate per ottenere diagnosi più dirette ed accurate, nonché riabilitazioni personalizzate e monitorate;  la proposta di ingegnerizzare dispositivi medici innovativi per il trattamento extracorporeo del sangue contro infezioni batteriche e virali.