Indagine Confindustria-Porsche Consulting: prospettiva sulle opportunità dei distretti industriali al 2030Partendo dall’analisi e dall’incrocio tra 7megatrend globali (ovvero quei fenomeni di scenario che più condizioneranno il mondo da qui al 2030) e 14 trend industriali che guideranno il business, l’analisi svolta da Porsche Consulting per Confindustria Emilia Area Centro mira a “scaricare a terra” queste previsioni, direttamente sulle filiere del territorio, per identificare quali opportunità di crescita ci possano essere per le imprese che investiranno nella direzione tracciata.

Quali sono i megatrends di partenza evidenziati? Si tratta di forze strategiche che si manifestano su larga scala e che impatteranno il futuro del mondo – dal surriscaldamento della Terra alla crescita della popolazione mondiale, dal consumo energetico alla crescita dell’economia europea, dalla crescente connessione al ruolo delle influenze relazionali.

I trend industriali che ne conseguono rappresentano invece le direzioni strategiche che guideranno il business nei prossimi anni e possono essere raggruppati in 4 categorie: Mondo Connesso & Digitale (in cui rientrano la digitalizzazione, la new mobility, la sicurezza), Nuovo Ordine Mondiale (in cui ci sono forze come la crescente urbanizzazione e l’individualizzazione), Economia Sostenibile, Persone (in cui spiccano l’invecchiamento della popolazione e i nuovi modi di lavorare).

I distretti industriali ad alta potenzialità

Mappando i trend industriali sui distretti produttori, emerge come ci siano importanti opportunità di crescita e sviluppo del business, secondo alcune direttrici. In particolare, sono 9 i distretti industriali che potrebbero maggiormente beneficiare dello scenario macroeconomico che verrà a definirsi – sulla base dei mega trend globali – nei prossimi anni: agroalimentare, automotive, digital, elettronica e meccatronica, energia, macchine, mobilità e logistica, packaging, veicoli industriali.

Ma il valore garantito dall’indagine condotta da Porsche Consulting per Confindustria Emilia Area Centro risiede nella sua capacità di consigliare dove indirizzare gli investimenti, per le aziende non solo emiliane, ma di tutto il territorio nazionale.

Infatti, le direttrici principali verso cui dirigersi con maggior priorità per cogliere le opportunità aperte dai trend industriali individuati sono state selezionate per ogni distretto, valutando le tendenze di crescita dei singoli “cluster” e prevedendo quanto questi potrebbero arrivare a valere nel 2030.

Per fare alcuni esempi, per quel che riguarda il distretto automotive, il settore dei veicoli ad alimentazione elettrica (BEV – centrale anche per l’agroalimentare) è quello che presenta le maggiori opportunità da cogliere, considerando la stima per cui arriverà a valere 420,9 miliardi di dollari nel mondo nel 2030. Per il distretto dei macchinari industriali, invece, saranno centrali il cluster del packaging sostenibile (237,9 miliardi di dollari nel mondo di qui a sette anni) e quello della produzione di energia sostenibile (210,7 miliardi di dollari). E, fra le principali opportunità da cogliere per chi opera nel settore del digitale – in comune con chi lavora nell’energy –, in cima alla lista delle priorità c’è il cluster dei sistemi di accumulo di energia (Energy Storage System), che cuberà nel 2030 circa 6,8 miliardi di dollari.

Valter Caiumi, Presidente di Confindustria Emilia Area Centro, ha così commentato: “In un contesto economico incerto e critico come quello attuale, abbiamo lavorato insieme a Porsche Consulting per offrire alle imprese una mappa, una panoramica di quello che il mercato potrebbe offrire loro se sapranno cavalcare i trend industriali che caratterizzeranno l’economia mondiale e in particolare europea. Con questa analisi vogliamo tracciare una strada, per mostrare come alcuni indicatori di mercato cresceranno nei prossimi anni a vantaggio di quelle imprese che sapranno cogliere le nuove sfide e investire per rimanere competitive”. 

Josef Nierling, Amministratore Delegato di Porsche Consulting aggiunge: “Scenari geopolitici, macro trend e disponibilità di capitali pubblici derivanti dai grandi piani europei hanno creato una finestra temporale unica per rafforzare la competitività dell’industria italiana: abbiamo messo le basi per creare un piano strategico territoriale che metta in relazione queste opportunità con le competenze e risorse uniche locali”.