Il lavoro come conoscenza. Le comunità educanti che aiutino a ritrovare un senso di responsabilità collettivo. La comunicazione in tutte le sue sfaccettature. Se ne è parlato, e soprattutto si è riflettuto, su questi temi grazie all’intervento di Suor Myriam D’Agostino, monaca benedettina, giornalista e psicologa, ospite dell’evento organizzato da Lapam Confartigianato insieme con il Centro di Formazione Professionale Nazareno di Carpi.

L’iniziativa, che si inseriva all’interno della kermesse del Festival internazionale delle Abilità Differenti, si è svolta al Museo Diocesano Chiesa di Sant’Ignazio, in Corso Fanti 44 ed è stata un’occasione per riflettere e pensare su temi quali il lavoro, la comunità e la comunicazione, approfondendone però l’aspetto più carismatico e spirituale, distaccandosi dal significato concreto e più tangibile che oggigiorno si dà a questi concetti. Suor Myriam, classe 1984 campana di origine, si è soffermata prima sul tema del lavoro: «Proviamo a pensare al lavoro come un concetto composto da quattro pilastri – ha spiegato Suor Myriam –: il primo è quello del “sapere”, cioè il conoscere che cosa si sta facendo. Il secondo è quello del “saper fare”, ossia essere bravi in qualcosa. Il terzo è quello del “saper essere”, mentre il quarto del “saper divenire”: e questi ultimi sono concetti più interiori, che però dobbiamo unire e collegare con gli altri due».

Laureata in filosofia e iscritta all’albo degli psicologi, la relatrice ha voluto porre i riflettori anche sul concetto di comunità, affermando che: «Si deve riprendere il senso di responsabilità collettivo: non bisogna pensare che il bene comune sia solo responsabilità di altri, ma ognuno deve fare la propria parte». L’ospite, anche giornalista pubblicista, non poteva non soffermarsi pure sul tema della comunicazione. «Oggi abbiamo tantissimi strumenti per comunicare – ha concluso Suor Myriam –, ma la differenza la fa come comunichiamo. Dobbiamo scegliere ogni giorno chi vogliamo essere e come vogliamo vivere».