Il sistema artificiale di bonifica nel nostro territorio è nato e si è sviluppato nel tempo per consentire la corretta regimazione delle acque in montagna ed in pianura, convogliando i flussi e facendo defluire le acque meteoriche in canali e fiumi fino al mare. Questa naturalmente è la condizione-modello per consentire la vivibilità dei comprensori e lo sviluppo delle sue comunità che, proprio grazie alle acque di bonifica vocate all’irrigazione e all’approvvigionamento agricolo, hanno saputo creare le basi del Made in Italy noto a livello mondiale.

E’ fuor di dubbio quindi che, nelle aree romagnole e bolognesi, interessate dai due drammatici e straordinari fenomeni alluvionali di maggio il sistema sia stato letteralmente investito da una quantità di risorsa idrica fuoriuscita dai fiumi assolutamente imprevedibile che comunque le Bonifiche hanno immediatamente cercato di allontanare, non solo per liberare la propria rete consortile, ma anche in soccorso ai territori così tragicamente colpiti. Il personale si è subito schierato in prima linea, e sta tutt’ora contribuendo, in modo decisivo, al progressivo smaltimento delle acque in esubero al fianco della Protezione Civile e di tutti i volontari che si stanno prodigando nei diversi comuni interessati. L’ANBI, l’associazione che unisce e rappresenta nelle diverse aree i consorzi italiani, è riuscita a “fare sistema” e la solidarietà delle bonifiche a livello nazionale ha permesso di poter contare in tempi utili alla causa su aiuti, tecnici e umani, arrivati subito dai consorzi più vicini dell’Emilia Romagna e subito dopo dalla gran parte della penisola. “E’ chiaro che il contributo offerto doverosamente dalle bonifiche al territorio – ha commentato il presidente di ANBI e ANBI Emilia Romagna Francesco Vincenzi anche al di fuori delle proprie aree gestite e di competenza a, si è dimostrato e si dimostra importantissimo per tutta la comunità che stiamo sostenendo. Già dalle prime ore abbiamo cercato di affiancare con ulteriori uomini e mezzi i Consorzi direttamente coinvolti. Un rapido check di quanto fatto per il territorio romagnolo ci consegna oggi il report di azione operativa concretizzato dai Consorzi in questi giorni con oltre 600 tecnici e operai, 210 impianti idrovori mobili posizionati nei tratti che maggiormente ne avevano necessità che si aggiungono alle 30 pompe idrovore già esistenti negli impianti stabili dei Consorzi alluvionati ”. E proprio grazie a queste professionalità e dotazione tecnica che la rilevante azione dei Consorzi può contare oggi su uno staff di coordinamento UCC (Ufficio Coordinamento Consorzi) che quotidianamente lavora, a stretto contatto ed in sinergia con i responsabili del COR, il Centro operativo regionale Protezione Civile dell’Emilia Romagna. Ad oggi la quantità di acqua che viene allontanata grazie a questo intenso lavoro è pari 350 metri cubi al secondo. “ Voglio ringraziare di cuore tutti i Consorzi e tutti i nostri uomini per quello che stanno facendo”. – ha concluso il presidente Vincenzi .