Si è svolto, nell’Aula Absidale di Santa Lucia,  l’evento per la consegna del Sigillum Magnum a Federico Faggin.

Il Rettore Giovanni Molari, prima di procedere alla cerimonia, ha innanzitutto invitato ad osservare un minuto di silenzio in memoria di chi non c’è più, in segno di rispetto per chi sta ancora soffrendo, e purtroppo soffrirà a lungo, le conseguenze dell’alluvione che ha colpito il territorio romagnolo e parti delle aree del Multicampus Unibo.

Prima di passare la parola alla Presidente Adriana Beverini e alla Vice Presidente Barbara Sussi, che hanno consegnato il Premio Montale Fuori di Casa a Federico Faggin per la sezione In Limine, il Rettore Molari ha evidenziato le importanti doti di Federico Faggin, una personalità che l’Ateneo ha deciso di celebrare perché protagonista di innovazioni rivoluzionarie, le cui conseguenze sono diventate parte del presente e delle abitudini quotidiane di tutti.

“Federico Faggin – ha detto il Rettore – è uno dei più importanti personaggi alla base dello sviluppo dei semiconduttori e dei microprocessori ad alte prestazioni su larga scala e a basso costo. Testimonia l’importanza delle cosiddette discipline STEM (Scientific, Technology, Engineering and Mathematics), ma la sua figura e la sua riflessione ci invitano a non disgiungere mai lo sviluppo scientifico-tecnologico dagli interrogativi di ordine etico e sociale che ogni innovazione ci pone e che dovrebbero orientare qualsiasi sviluppo futuro delle tecnologie che oggi consideriamo ovvie”.

Il prof. Enrico Sangiorgi, docente di Elettronica Unibo, ha poi spiegato il ruolo cruciale che la tecnologia di cui Federico è stato ed è Gran Maestro, gioca nella società di oggi, delineando il profilo dello studioso, ricercatore e imprenditore che ha fornito un contributo fondamentale allo sviluppo della microelettronica.

“Introdurre Federico Faggin – ha esordito il prof. Sangiorgi – non significa introdurre una persona, ma una moltitudine di persone, di dimensioni di esperienze, un compito gigantesco”.

La parola è, infine, passata a Federico Faggin che, prima di ricevere il Sigillum Magnum, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “La Natura della Coscienza e del Libero Arbitrio”, spiegando la teoria della coscienza e del libero arbitrio avanzata da lui stesso e dal fisico Giacomo Mauro D’Ariano. I due studiosi hanno identificato la coscienza come la proprietà di un sistema quantistico che si trova in uno stato puro, mentre il libero arbitrio nasce dall’esistenza di trasformazioni quantistiche irreversibili che trasformano informazione quantistica in informazione classica mantenendo la purezza dello stato quantistico.

“Si può subito affermare – ha spiegato Federico Faggin – che se l’universo fosse un sistema deterministico come la realtà descritta dalla fisica classica, il libero arbitrio non potrebbe esistere. La ragione è semplicissima: lo stato di un sistema deterministico è stabilito da un algoritmo che trasforma univocamente lo stato presente in quello successivo. In questa realtà il libero arbitrio, definito come una decisione creativa, cioè non deterministica, non può esistere. E, senza libero arbitrio, la coscienza da sola non può essere la causa di un qualsivoglia evento nel mondo materiale”.