Con l’avvicinarsi dell’estate, comincia la corsa ai preparativi per la cura della propria persona. Secondo gli ultimi dati forniti dall’ufficio studi Lapam Confartigianato, al 31 marzo 2023 in provincia di Reggio Emilia si rilevano 1.209 imprese attive nel settore del benessere (che include acconciatori, centri estetici, attività di wellness, piercer, tatuatori).

Rispetto al primo trimestre 2022, il numero di attività è aumentato, registrando un +1,4%, trainato dai servizi degli istituti di bellezza. Se si analizzano i dati nel lungo periodo, tra il primo trimestre 2013 e il primo trimestre 2023, si sono aggiunte nel settore complessivamente 113 imprese, pari a un aumento del 10,3%. Rispetto a 10 anni fa sono più che raddoppiati i servizi di manicure e pedicure (+128,6%, pari a 9 imprese in più) e le attività di tatuaggio e piercing (+490,9%, 54 unità in più). Su un campione di 216 imprese del settore associate Lapam Confartigianato, rispetto al 2021, nel 2022 le imprese del benessere hanno visto in media un incremento di 4.347 euro di fatturato, pari a un +8,5%. Bisogna specificare che i dati analizzati non tengono conto del fenomeno dell’inflazione, per cui le dinamiche del fatturato presentate potrebbero essere influenzate dallo scenario di aumento generalizzato di prezzi e costi. Anche il settore del benessere si trova a dover fare i conti con l’annoso problema della ricerca di personale specializzato. Nel 2022 nella provincia reggiana sono stati ricercati 620 operatori della cura estetica e il 50,2% è risultato di difficile reperimento. La domanda di queste figure nel 2022 è superiore sia all’anno precedente che ai livelli del 2019 pre crisi.

«Come evidenziano i dati – sottolinea Giancarlo Santunione, presidente Lapam della categoria benessere –, il settore in questi ultimi anni si sta riprendendo: aumentano le imprese e cresce il fatturato, e questo testimonia come anche i cittadini, dopo il periodo Covid, abbiano voglia di prendersi di nuovo cura della propria persona e del proprio corpo. Ma ci troviamo di fronte a un problema serio come quello della difficoltà di reperimento di personale. Dobbiamo però investire in maniera importante sui giovani, anche per avere ricambio generazionale. Senza dimenticare che dobbiamo sempre fare i conti con il fenomeno dell’abusivismo, che danneggia seriamente i professionisti».