Un momento di incontro sul futuro del sistema sanitario e sociale modenese, una giornata che ha coinvolto, anche come promotori, le tre aziende sanitarie modenesi, l’Università degli studi di Modena, la Conferenza territoriale socio-sanitaria provinciale e soprattutto i cittadini, per condividere una riflessione comune sulla programmazione e gli investimenti in ambito sanitario e sociale della provincia di Modena e orientarsi insieme verso un sistema sempre più vicino alle comunità e ai bisogni dei cittadini. Ognuno con un proprio ruolo specifico, ma ognuno come tassello fondamentale per il benessere della comunità.

Si è tenuta giovedì 22 giugno a Modena presso l’Aula Magna del Centro didattico interdipartimentale della Facoltà di Medicina e Chirurgia l’iniziativa “I bisogni dei cittadini nel futuro del sistema sanitario e sociale di Modena”. Aperta a tutta la cittadinanza, ai componenti della CTSS e dei CCM provinciali, ai professionisti delle Aziende sanitarie modenesi e dell’Università e ai componenti delle Associazioni, ha visto la partecipazione di tanti cittadini. Sia come singoli che, appunto, in quanto membri di associazioni di volontariato che collaborano con la sanità e dunque rappresentati nei Comitati consultivi Misti, organismi che fanno pienamente parte dell’articolazione delle aziende sanitarie con funzioni propositive e consultive, volti a dare ascolto e rilievo al punto di vista del cittadino-utente dei servizi sanitari.

La giornata è stata infatti voluta fortemente dai CCM e rappresenta un momento di condivisione del lavoro svolto in questi anni nei singoli territori da parte di questi organismi di rappresentanza dei cittadini. Ha coinvolto più di trecento fra operatori, cittadini e rappresentanti delle istituzioni a partire da un’analisi dei dati sui bisogni dei cittadini e sui risultati in termini di assistenza e di salute della popolazione modenese.

 

Come stanno i cittadini modenesi

I trend di lungo periodo sulla mortalità mostrano, al di là dell’evento pandemico, una riduzione della stessa e un aumento dell’aspettativa di vita delle persone. Nel corso degli anni il tradizionale distacco fra le donne e gli uomini si è invece ridotto, rimanendo sempre a favore del sesso femminile. 85 anni di speranza di vita per le donne e 81 per gli uomini.

Si anche è ridotta la mortalità specifica per l’infarto, per l’ictus e per patologie oncologiche.  Interessante la forte riduzione delle ospedalizzazioni nel corso degli anni, così come invece si è mantenuto nel tempo costante l’accesso al Pronto Soccorso. Sono stati anche presentati i dati sull’efficacia degli screening, con un particolare accento sullo screening del colon retto in termini di casi di cancro evitati, a cui tuttavia ancora molti cittadini – in particolare di sesso maschile – fanno fatica ad aderire.

Innovazione, reti cliniche e territorio per migliorare la sanità

Ognuna delle aziende sanitarie ha potuto presentare le innovazioni previste dal punto di vista organizzativo. A livello provinciale mai come in questo momento storico si sta lavorando congiuntamente alla costruzione di reti cliniche integrate provinciali per migliorare la diagnosi e la cura delle principali patologie; vi sono poi nuovi percorsi a livello territoriale, che vedono la creazione di nuovi modelli organizzativi per dare corpo ai nuovi luoghi della sanità, come le Case della comunità, le Centrali operative territoriali, la Centrale di telemedicina, la rete degli Infermieri di comunità e dell’assistenza domiciliare, il servizio di Continuità assistenziale che dal 3 luglio vedrà l’attivazione di un unico numero telefonico provinciale, gratuito, per la presa in carico immediata, da parte di un medico, dei bisogni di salute urgenti.

Non è mancata l’analisi dei problemi esistenti quali l’aumento delle povertà e fragilità sia sanitarie che socio-economiche, il sotto-finanziamento della sanità pubblica, la difficoltà a trovare i medici e gli infermieri da inserire nelle strutture, il tema della gestione della innovazione e della ricerca dell’appropriatezza.

Le Aziende sanitarie sono costantemente al lavoro per mantenere i livelli di offerta sanitaria, pur a fronte delle enormi difficoltà in termini di risorse e personale. Hanno recuperato tutti gli interventi sospesi nel 2021 a causa della pandemia e ora sono al lavoro per completare il recupero del 2022, condividendo le piattaforme chirurgiche su base provinciale per consentire il massimo della performance nel loro utilizzo. Anche rispetto alle prestazioni specialistiche prosegue il recupero dell’offerta, ancora inferiore di alcuni punti percentuali rispetto al 2019, a fronte di un sensibile aumento della domanda dopo gli anni della pandemia.

In questo senso si è ribadita l’importanza di un adeguato apporto di risorse al sistema sanitario nazionale, perché possa continuare ad assicurare i livelli di assistenza e gli obiettivi di investimento in termini di strutture, personale, prevenzione. Con un orizzonte comune, che è la sfida per il prossimo futuro: creare le condizioni per il mantenimento e lo sviluppo di servizi sanitari vicini ai cittadini e universali, garantiti a tutti.

 

Cos’è un CCM

Composto sia da membri designati dalle Associazioni di tutela e di volontariato maggiormente impegnate nel settore socio-sanitario, sia da operatori interni individuati dall’Ausl, il CCM è presente in ciascuno dei 7 distretti socio sanitari e qui si impegna al controllo e al miglioramento della qualità dei servizi sanitari dal lato del cittadino-utente. I CCM in provincia di Modena sono in tutto 8, si aggiunge a quelli distrettuali il CCM dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. Ciascuno degli 8 membri fa parte di diritto del Comitato di Coordinamento Interaziendale (CCI).

Il CCI ha funzioni di collegamento e sintesi dei CCM distrettuali ed è anche il collegamento con il Comitato Consultivo Regionale per la Qualità (CCRQ). Garantisce il raccordo, il coordinamento e l’integrazione tra le attività dei CCM distrettuali; affronta le tematiche trasversali di valenza aziendale, pertinenti con le funzioni dei CCM; si confronta sulle migliori esperienze e sulle principali criticità emerse nei CCM distrettuali; propone soluzioni per il miglioramento continuo della relazione con i cittadini e della qualità dei servizi; favorisce l’attività di rete e di scambio delle esperienze tra i diversi CCM e si avvale della presenza dei professionisti aziendali per approfondire gli argomenti d’interesse.