Era sottoposto al divieto di avvicinamento perché da oltre un anno aveva compiuto una serie di condotte maltrattanti nei confronti della convivente per le quali, al termine delle indagini era stato denunciato dai Carabinieri di Montecchio Emilia per i reati di maltrattamenti in famiglia.

La Procura reggiana, diretta dal Procuratore Capo Calogero Gaetano Paci, infatti,  condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri, aveva immediatamente richiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, nel settembre del 2022, l’applicazione nei confronti dell’uomo, della misura cautelare del divieto di dimora nel comune di residenza e in via cumulativa il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima prescrivendogli di mantenere una distanza dalla stessa di amento 1000 metri e il divieto di comunicare con la donna con qualsiasi mezzo, anche per interposta persona. Tuttavia, vuoi anche per i forti sentimenti nutriti dalla donna, una 44enne reggiana, nei confronti dell’uomo, un 42enne residente in Val d’Enza, i due continuavano a vedersi sino a quando lo scorso mese di agosto a seguito di un’accesa lite l’uomo usava ancora violenza sulla donna colpendola con uno schiaffo, strappandole la borsetta, con documenti e le chiavi della macchina (che poi le restituiva vuota) e rubandole l’auto.

A seguito di questa ennesima vicenda maltrattante la donna si presentava ai carabinieri della stazione di Cavriago e, premettendo di essere definitivamente convinta a porre fine definitivamente alla relazione, formalizzava la denuncia in merito agli ultimi fatti concretizzanti le ipotesi di reato di furto con strappo e lesioni. I carabinieri di Cavriago formalizzata la denuncia avviavano le indagini e trovando i dovuti riscontri denunciavano alla Procura reggiana l’uomo peraltro inosservante della precedente misura cautelare. La Procura al riguardo condividendo con le attività dei carabinieri di Cavriago richiedeva e otteneva il provvedimento cautelare di aggravamento con l’applicazione nei confronti dell’uomo del dispositivo elettronico di tracciamento. I Carabinieri ricevuta l’ordinanza applicativa della misura cautelare, vi davano esecuzione sottoponendolo al provvedimento cautelare l’uomo. Al fine di verificare il rispetto del provvedimento cautelare e a tutela della stessa vittima, previo consenso della stessa, anche alla donna veniva applicato analogo dispositivo. Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.