Tutti conosciamo, abbiamo visto e probabilmente anche usato un microscopio nell’arco della nostra vita: è uno strumento che si trova in ogni laboratorio scolastico di biologia che si rispetti.

Si tratta di un attrezzo indispensabile per il progresso medico e scientifico che ha permesso di fare grandi scoperte e trovare la cura a molte malattie.

Nell’articolo di oggi, però, vediamo questo strumento da un punto di vista un po’ diverso dal solito. Qui di seguito, infatti, troverai alcune curiosità sul microscopio di cui, probabilmente, non avevi sentito parlare. Iniziamo subito!

L’invenzione degli “occhiali per le pulci”

Proprio così, hai letto benissimo! I primi microscopi erano conosciuti come “occhiali per le pulci” perché venivano usati esclusivamente per studiare piccoli insetti.

Sebbene non sia un’informazione certa e verificabile, l’invenzione del primo microscopio è attribuita alla coppia padre-figlio olandese composta da Zacharias e Han Jansen: furono proprio loro, intorno al 1600, a unire due lenti per guardare oggetti ingranditi fino a 20 o 30 volte la loro dimensione normale.

Il brevetto ufficiale, però, venne registrato nel 1619 da Willem Boreel. Nel 1624 Galileo Galilei migliorò il microscopio e lo presentò al principe Federico Cesi.

Importante anche il contributo di Antonie van Leeuwenhoek: inventò un microscopio formato da una sola lente biconvessa inserita in un supporto di ottone che doveva essere tenuto vicino all’occhio. Potrebbe sembrare un oggetto rudimentale, però aveva un potere di ingrandimento di circa 300 volte che rendeva questo strumento molto più potente rispetto alla maggior parte dei microscopi che venivano usati all’epoca.

 

Le scoperte legate al microscopio

L’invenzione del microscopio ha rivoluzionato la nostra vita perché ha consentito a scienziati di tutto il mondo di fare un gran numero di scoperte nei campi e nei settori più disparati.

Tra le più degne di nota, possiamo annoverare il fisico inglese Robert Hooke che nel 1665 scoprì e coniò il termine “cellula” riuscendo ad osservare al microscopio la struttura a nido d’ape di un tappo di sughero.

Sempre grazie a questo strumento, intorno al 1650, il medico italiano Marcello Malpighi fu il primo ad osservare i capillari negli animali, le papille gustative e i globuli rossi. Rimanendo in campo di medicina, il medico Koch scoprì al microscopio il Mycobacterium tubercolosis, cioè il microrganismo responsabile della tubercolosi.

 

La cosa più piccola osservabile al microscopio ottico

La cosa più piccola che possiamo vedere con un microscopio ottico (il tradizionale modello da laboratorio) è di circa 500 nanometri, cioè la dimensione di molti batteri e mitocondri che sono circa 200 volte più piccoli della larghezza di un capello.

Per avere un’idea più chiara, un nanometro corrisponde a un miliardesimo (ovvero 1.000.000.000) di un metro. Il motivo per cui non possiamo vedere nulla di più piccolo è perché questi microscopi usano la luce; quindi, per vedere qualcosa di più piccolo abbiamo bisogno di un microscopio alternativo.

 

Il più potente

Si chiama Titan Krios ed è un microscopio elettronico a trasmissione criogenico il cui costo arriva a raggiungere i 6 milioni di dollari. Chiaramente, non si tratta di uno strumento casalingo: ne esistono pochi esemplari al mondo, uno dei quali installato all’Arizona State University negli Stati Uniti.

Permette di vedere cose nell’ordine dell’ångström (Å) cioè un’unità di lunghezza non appartenente al Sistema internazionale che corrisponde a 0,1 nm. Insomma, davvero minuscolo!

 

Il microscopio più piccolo

Il microscopio più piccolo del mondo si chiama Muscope ed è stato sviluppato dall’Indian Institute of Technology (IIT) di Hyderabad.

Ha le dimensioni di un chip per computer e permette di svelare i misteri del mondo microscopico, come le cellule del sangue e gli agenti patogeni che causano malattie grazie a una luce LED.