Mesi di soprusi, angherie e inaudite violenze quelle subite da una 38enne da parte di un uomo che, in un anno, in diverse occasioni e in maniera reiterata, ha umiliato, offeso, minacciato, preso a calci e pugni la compagna, lanciandole in una circostanza un cucchiaio rovente cagionandole lesioni che nell’ultimo gravissimo episodio dello scorso mese di agosto hanno raggiunto i 63 giorni di prognosi.

Plurimi e gravi episodi di violenza quelle compiuti da un 43enne reggiano nei confronti della compagna che, esasperata per quanto subiva, in una occasione si è addirittura rovesciata addosso una tanica di benzina per darsi fuoco e porre fine alle angherie subite, senza fortunatamente riuscire nell’intento. Vere e proprie vessazioni fisiche e psicologiche quelle compiute dall’uomo, anche davanti al figlio minore, a seguito delle quali i carabinieri in forza alla stazione di Ramiseto e al nucleo operativo di Castelnovo Monti, a cui la donna ha raccontato i fatti, hanno denunciato alla Procura di Reggio Emilia l’uomo, in ordine ai reati di maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni personali e sequestro di persona. La Procura della Repubblica preso il Tribunale di Reggio Emilia, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri ha richiesto e ottenuto dal GIP l’applicazione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, che nella mattinata di ieri è stata eseguita dai carabinieri  che hanno arrestato l’uomo.

Dalle risultanze investigative è emerso come l’uomo dal mese di ottobre del 2022, per futili motivi, maltrattava la convivente alla presenza del figlio di lei, minore, con reiterate manifestazioni di aggressività fisica e psicologica divenute quotidiane dallo scorso mese di gennaio. Numerose le occasioni in cui l’ha picchiata cagionandole lesioni con schiaffi, calci e pugni. L’ultimo gravissimo episodio avvenuto ad agosto, avrebbe visto la donna essere picchiata in auto e poi costretta a scendere e a camminare a quattro zampe intorno alla vettura. A casa la colpiva con schiaffi e pugni scaraventandola a terra e tentando di soffocarla con un braccio facendole perdere i sensi per alcuni secondi e una volta ripresasi continuava a picchiarla con un tubo di alluminio chiudendo la porta del corridoio per impedirle di fuggire cosa che riusciva a fare il giorno successivo chiedendo aiuto ai carabinieri. Per quest’ultimo episodio la donna ricorsa alle cure mediche veniva ricoverata e poi dimessa con una prognosi di 63 giorni.

Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.