Il Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto, la Sindaca del Comune di Marzabotto Valentina Cuppi, insieme ai ragazzi e agli educatori de La Vergata, sono tornati a Kaufbeuren-Irsee per le Commemorazioni nell’ex Ospedale Psichiatrico. In questa struttura furono uccise più di 2000 persone disabili, considerate una spesa inutile del servizio sanitario tedesco. Fu in questi luoghi che iniziò quello che poi sarebbe divenuto lo sterminio di massa dei cosiddetti “diversi”, non funzionali al progetto imperiale nazista. Il giorno della commemorazione delle vittime coincide con il compleanno del piccolo Ernst Lossa, ucciso a soli 14 anni nella clinica di Irsee con due iniezioni letali durante la seconda fase dell’eutanasia nazista, la cosiddetta eutanasia selvaggia. Quello di Kaufbeuren-Irsee è solo uno dei tanti casi che ci sono stati in Germania in epoca Nazista.

“È un rapporto di gemellaggio iniziato già diversi anni fa – spiega la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi – e quest’anno abbiamo portato con noi una delegazione de La Vergata, laboratorio frequentato da vari ragazzi provenienti da tutta l’Unione dei Comuni. La loro presenza è stata davvero significativa, in un luogo dove venivano eliminate le persone con disabilità o affette da disturbi psichici. Come Comune di Marzabotto eravamo già stati in visita con Le Gocce di Memoria del Laboratorio delle Meraviglie e le scuole di Marzabotto, nel 2015 e nel 2016”.

La Vergata è un piccolo laboratorio artigianale di legatoria dedicato alle persone con problematiche di disagio socio ambientale e disabilità. Insieme al Laboratorio delle Meraviglie della scuola media di Marzabotto creano le Gocce di Memoria per ricordare tutte le vittime della violenza e dell’odio. I libretti e i quaderni che rilegano – reperibili anche presso il centro interpretazione di Monte Sole dentro alla Casa della Cultura e della Memoria – recano sulla copertina una goccia.

I ragazzi de La Vergata hanno donato a Kaufbeuren-Irsee un grande quaderno per le firme cucito a mano, sulla cui copertina hanno disegnato la vecchia facciata dell’edificio. “Le pagine di questo quaderno sono la storia di chi l’ha cucito – hanno spiegato i ragazzi del laboratorio – saranno la storia di chi lo scriverà, per un ricordo indelebile del passato. Questo quaderno non è stato cucito per unire solo le pagine, ma unire tutte le vite perché tutte le vite sono degne di essere vissute!”.