SPID, il Fascicolo Sanitario Elettronico, servizi digitali, sanitari e non solo, sono grandi opportunità ma mettono a volte in difficoltà chi ha meno dimestichezza con la tecnologia. E non è raro che le difficoltà informatiche siano poi solo una piccola parte delle difficoltà quotidiane di chi si trova a destreggiarsi tra servizi, incombenze di ogni giorno, piccole e grandi fatiche che possono emergere nel momento di incontro con una persona disponibile all’ascolto attivo e, quando possibile, a un primo orientamento.

Per questo una rete di soggetti cittadini, animata dal Centro Antartide e dall’Azienda ULS di Bologna,  Comitati Consultivi Misti del Distretto di Bologna, Università di Bologna, Auser, SPI Cgil, Informatici Senza Frontiere e Lepida con il contributo del Quartiere Porto Saragozza ha attivato dentro alla Casa della Comunità Porto Saragozza il primo punto di ascolto e di supporto digitale, uno spazio di aiuto per chi volesse avvicinarsi in maniera guidata all’accesso ai servizi sanitari digitali e ai dispositivi tecnologici ma più in generale per chi ha necessità di trovare un momento di ascolto e di primo orientamento per condividere fatiche e difficoltà.

Ad animare il punto, la cui attività è gratuita per chi ne usufruisce, studenti dell’Università di Bologna del corso di laurea magistrale in Sociologia e Servizio Sociale accanto a volontari dei Comitati Consultivi Misti del Distretto di Bologna, attivi in un progetto sperimentale di ricerca azione: tutti gli operatori  attivi hanno infatti nelle scorse settimane svolto una formazione specifica sui temi dell’umanizzazione e dell’accoglienza, del supporto digitale ma anche del primo orientamento relativo alle principali esigenze socio-sanitarie (con particolare riferimento a quelle che possono arrivare nella Casa della Comunità) e delle modalità di ascolto e raccolta dati sul campo.

Il punto è attivo nella sala di attesa principale della Casa della Comunità proprio per intercettare al massimo, anche in ottica di accoglienza, i tanti utenti che accedono per utilizzare i tanti servizi presenti (dal punto prelievi al CUP, dai medici di medicina generale agli specialisti, passando per le casse per i pagamenti automatici e il consultorio) concentrandosi in particolare sugli utenti più fragili. L’azione, a partire dallo spunto del supporto digitale, vuole andare a potenziare la dimensione comunitaria della Casa della Comunità, operando grazie alla collaborazione tra Azienda Sanitaria, Quartiere e altri partner, un’azione di ascolto sui temi sociali e sanitari anche al di fuori delle richieste che trovano risposte nella Casa della Comunità: in un momento infatti in cui vanno acuendosi solitudini e debolezze anche relazionali, spesso il prelievo, la prenotazione o la visita sono tra i pochi momenti in cui alcuni soggetti si trovano a uscire di casa.  Il materiale raccolto in sede di ascolto, al punto e in tutta la sala di attesa, sarà analizzato e valorizzato nell’ambito di una specifica ricerca sui temi delle fragilità.

L’attività di Costruiamo Case della Comunità … Digitale si inserisce nelle attività del Board Partecipazione, Umanizzazione ed Equità dell’Azienda Usl di Bologna e raccoglie l’eredità dell’omonimo percorso partecipativo prima e dell’azione sperimentale poi che ha portato ad attivare una molteplicità di azioni di supporto digitale nelle Case della Salute proprio come azioni collaborative a tutela di un migliore accesso ai servizi sanitari, anche digitali, da parte di tutti i cittadini.

Il punto è attivo nelle giornate di:

  • Lunedì ore 14,30 – 17,30
  • Martedì ore 9,00 – 13,00
  • Mercoledì ore 9,00 – 13,00
  • Giovedì ore 14,30 – 17,30
  • Venerdì ore 9,00 – 13,00