Lavorano macinando turni su turni, sono sottoposti ad uno stress post traumatico da reduci di guerra, lo stipendio è col misurino e sono vittime di violenze inaccettabili. Se occorresse un altro dato per convincere che medici, infermieri e tutto il personale sanitario, tecnico e amministrativo della sanità pubblica sono un passo oltre la definizione di eroi, eccolo: a Reggio Emilia le violenze subite dai sanitari nel 2022 sono aumentate del 101% rispetto al 2019. E il 66.7% di chi le ha subite sono donne, con un’età media di 39 anni”.

Così Rosamaria Papaleo (segretaria generale di Cisl Emilia Centrale) e Alberto Ansaloni (Cisl Funzione Pubblica), tornano ad aprire il dossier sulle durissime condizioni di vita del personale sanitario, all’indomani della denuncia Cisl sui pestaggi e le aggressioni subite dagli infermieri del servizio psichiatrico di Correggio.

E da 24 ore, a soli 80 km da Reggio, in quel di Bologna, tiene banco il questionario del Comitato unico di garanzia Ausl che ha fatto emergere il volume delle violenze subite in corsia al Sant’Orsola, suscitando la preoccupazione della Regione.

 

UN TREND CHE PREOCCUPA

“Una tendenza molto in linea con quel che accade a Reggio. Qui l’Ausl si è data gli strumenti per raccogliere le segnalazioni e per incentivare sempre più la cultura della prevenzione, ad esempio col piano delle azioni positive 2023-2025. Crediamo che ci sia ancora molto da fare, invece, per il sostegno alle vittime, psicologico e operativo. Non dimentichiamo che le violenze sono diventate infortuni sul lavoro, quindi un danno enorme, per l’11% delle vittime. Abbiamo chiesto ad Ausl che la ricerca aziendale contro le violenze venga aggiornata al più presto, c’è il dovere di agire rapidamente e con grande trasparenza: l’escalation della violenza contro i sanitari è un trend che ci preoccupa moltissimo. Occorre che Ausl non si limiti solo a mettere in fila i dati ma voglia costruire misure operative innovative e ben condivise con Cisl e gli altri sindacati”.

 

UN TRIENNIO PESSIMO

I numeri del triennio 2019-2022 sono pessimi.
La stragrande maggioranza delle violenze colpiscono le donne, nel 68.6% dei casi professioniste al lavoro negli ospedali reggiani e nel 63.4% dei casi nei servizi spalmati sul territorio del capoluogo e della provincia. In ambito ospedaliero il Santa Maria Nuova ha il primato delle segnalazioni di violenze, balzate dal 72,5% del 2019 all’85.8% del 2022. I dati Ausl spiegano che il reparto più a rischio in ospedale è il pronto soccorso (38.8%), seguito dalla pediatria (9.9%).
Sul territorio il primato triste delle segnalazioni di violenze subite dagli operatori spetta a Correggio, proprio in psichiatria. Ciò a conferma della drammatica denuncia fatta da Cisl in merito ai pestaggi e alle aggressioni contro gli infermieri di quel servizio.

 

TIPI DI AGGRESSIONE

La violenza verbale guida la classifica delle segnalazioni, anche se in lieve riduzione. Dall’83% del 2019 è scesa al 75.6% del 2022. Sotto la lente c’è l’ascesa delle aggressioni fisiche contro il personale, con valori di picco più che raddoppiati.

 

CHI ATTACCA I SANITARI REGGIANI
Nel triennio 2019-2022 gli aggressori sono stati i pazienti per il 70,1% dei casi, i familiari dei pazienti (21.9%). Le violenze imputate a colleghi dei sanitari sono il 2.5%.

 

UNA VIOLENZA CHE SI ACCANISCE CONTRO LE DONNE

Guardando ai dati per genere, nel periodo 2019-gennaio 2023 sono state 505 le segnalazioni di aggressioni, vittime delle quali sono state ben 337 (66.7%) operatrici donne.  Il 73% delle operatrici ha subito violenze verbali, il 16.6% fisiche. Gli aggressori sono in gran parte pazienti (64,6%), i loro parenti (27.6%) e, per il 3.1%, colleghi. Iniziano a denunciare anche gli operatori uomini (168 segnalazioni), per i quali le aggressioni fisiche balzano al 35,1%.

 

IL 12 MARZO SI FACCIA EDUCAZIONE CIVICA

La legge 113 del 2020 ha previsto che il 12 marzo di ogni anno si tenga la giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza subita dai professionisti sanitari e socio-sanitari. Cisl chiede che “quest’anno Ausl Reggio voglia dare voce prima di tutto alle storie delle operatrici aggredite, trasformando questa giornata non solo in un compitino ma in una grande occasione di educazione civica, capace di shockare la comunità