La giornata di domenica, che ha visto la splendida vittoria nel derby contro la Virtus Segafredo Bologna, in apertura del match al PalaBigi aveva infatti vissuto sul parquet l’importante iniziativa che ha visto la collaborazione tra la società reggiana e Fondazione Grade Onlus, affiancata dall’azienda del Basket Pool biancorosso Polo Digitale. L’evento era legato alla raccolta fondi “Facciamo crescere la nostra squadra del Core”, che vede la collaborazione delle principali società sportive cittadine con la Fondazione e ha l’obiettivo di sostenere, con 1,3 milioni di euro, l’ampliamento del reparto di Ematologia a Reggio Emilia con sei posti in più, e le spese per il personale sanitario che andrà ad operarvi.

La Unahotels era già stata protagonista di un momento a sostegno di Grade il 5 gennaio, con la visita al Charity store in via Emilia San Pietro, mentre domenica prima dell’incontro con la Virtus sono stati messi a disposizione della Fondazione alcuni palloni ufficiali della Pallacanestro Reggiana firmati da tutta la squadra. Gli appassionati hanno avuto la possibilità di portarseli a casa facendo un’offerta a favore della Fondazione nei desk di Grade Onlus presenti all’interno del foyer del PalaBigi. Sono stati assegnati quasi tutti, ma gli ultimi restano disponibili presso la sede Grade (per informazioni tel. 0522 295059 e info@grade.it ). Inoltre durante una pausa dell’incontro sono scesi sul parquet il Presidente della Fondazione Grade Onlus, dottor Francesco Merli, e l’ex paziente e cestista, Alberto Pezzarossa, per ricevere insieme la donazione di 1.000 euro devoluta da Polo Digitale.

“Ringraziamo la Pallacanestro Reggiana e Polo Digitale per la vicinanza a questo nostro grande progetto – afferma Merli – che vuole mettere a disposizione della comunità sei posti di terapia sub-intensiva nel reparto di Ematologia, un grande passo avanti anche in relazione all’introduzione a Reggio, secondo Centro in Emilia – Romagna dopo Bologna, delle terapie avanzate Car-T. Tali terapie che rappresentano una fondamentale innovazione in grado di dare una possibilità di cura a pazienti con linfomi non Hodgkin o con leucemie linfoblastiche che sono andati incontro a ricadute o non hanno ottenuto risultati apprezzabili dopo una o più terapie convenzionali”.