Dal 2010 al 2012, a seguito degli esiti di un’articolata attività d’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Reggio Emilia, l’odierno condannato era stato arrestato e raggiunto da un ordine di carcerazione perché resosi responsabile, in concorso con altre 7 persone, di estorsione continuata.

L’attività d’indagine, denominata “Don Matteo” ebbe origine nel dicembre 2014 a seguito del monitoraggio svolto dall’Arma reggiana nei confronti del fenomeno dell’usura e delle potenziali vittime, anche mediante i contatti con le fondazioni ed associazioni antiracket attive in Emilia Romagna. In particolare l’operazione vedeva quali protagonisti, oltre ai Carabinieri, la Fondazione Antiracket San Matteo Apostolo di Bologna, che ha interloquito con l’Arma anche tramite l’organizzazione di volontariato Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia. Emergeva che un imprenditore reggiano stava subendo pesantissime minacce rivolte allo stesso ed ai propri famigliari. Particolarità della condotta delittuosa era costituita dal fatto che le vittime venivano “cedute” tra i vari gruppi criminali sia per “regolarizzare” i rapporti economici con la cessione del credito, che per generare nella stessa vittima una maggior intimidazione esercitata dal gruppo criminale subentrante. Le indagini in particolare evidenziavano senza alcun dubbio l’usura patita dall’imprenditore, il quale non poteva negare la propria condizione di vittima, e dimostravano come fosse costretto a rivolgersi a più sodalizi usurai ed a pagare interessi con tasso tra il 180% ed il 350%, su prestiti di oltre un milione di euro, dei quali circa 200mila documentati dall’inizio dell’indagine.

In manette finì un uomo di 51enne residente a Rio Saliceto il quale, a seguito dell’iter processuale, con sentenza divenuta definitiva il 1 marzo 2024, è stato riconosciuto colpevole e condannato a 3 anni e 7 mesi e 25 giorni in regime di detenzione carceraria, oltre il pagamento della pena pecuniaria di euro 700,00. L’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, il 4 marzo ha emesso l’ordine di esecuzione per la carcerazione; il provvedimento restrittivo è stato eseguito ieri pomeriggio dai Carabinieri della Stazione di Campagnola Emilia, nel cui comune l’uomo risiede. I militari hanno raggiunto l’uomo presso la propria abitazione e lo hanno accompagnato in carcere per l’espiazione della pena.