il modello del drone coinvolto nella sperimentazione

Martedì 21 maggio l’apertura al pubblico del parco Enzo Ferrari, generalmente prevista alle 6, è posticipata di un’ora, cioè alle 7, per consentire, al suo interno, lo svolgimento di un’attività sperimentale di Unimore che prevede il volo di un aeromodello drone, progettato per trasportare materiale biomedicale.
Nel rispetto, infatti, dell’autorizzazione operativa ottenuta da Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, tale attività può aver luogo solo in contesti privi di persone, allo scopo di tutelarne l’incolumità.

In particolare, la sperimentazione (in programma dalle 5.30, lato via Emilia ovest), consiste nel volo di un drone con container refrigerato, progettato per trasportare sacche di sangue, medicinali ma anche organi, in contesti emergenziali (come alluvioni o terremoti), ovvero quando la viabilità ordinaria può risultare compromessa o serve raggiungere rapidamente le località.
Il volo del macchinario, eseguito dall’operatore certificato Zephyr, è l’atto finale di “Mo-Uas4life”, progetto di ricerca interdisciplinare, cofinanziato da Fondazione Modena, nell’ambito dei progetti Far, Fondo di Ateneo per la ricerca, dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Scopo fondamentale del progetto, che ha coinvolto i Dipartimenti di Ingegneria e Medicina, era la realizzazione di un drone (Uas) e di un container adatti, appunto, al trasporto di materiale biomedicale in scenario urbano.
Oltre al personale Unimore coinvolto nella sperimentazione, sarà presente anche una pattuglia della Polizia locale per assicurare il regolare svolgimento dell’attività.