Giungono esperti da altre regioni – dalla Valle d’Aosta all’Umbria, alla provincia autonoma di Trento, solo per citarne alcune – e anche da oltre confine, anche dal Brasile, per studiare quello che dalla comunità scientifica viene ormai definito il ‘modello Modena’: una rete territoriale diffusa per la gestione delle persone con demenza e l’accompagnamento delle loro famiglie. Qui si integrano i servizi socio-sanitari territoriali, le associazioni di volontariato e l’ospedale con il coinvolgimento, fin dalla diagnosi, del medico di medicina generale.

In occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, che ricorre il 21 settembre, e delle iniziative che animeranno il cartellone della “Settimana Alzheimer”, Azienda USL di Modena e Azienda Ospedaliero-Universitaria accendono ancora una volta i riflettori sulla demenza in provincia di Modena, una condizione verso cui il territorio – le aziende sanitarie assieme ai Comuni e alle associazioni di volontariato – ha sempre dimostrato massima attenzione con un’articolata risposta nei servizi socio-sanitari e, inoltre, progetti innovativi.

Non solo diagnosi e cura ma anche un forte obiettivo sociale che viene perseguito da tutti i soggetti della rete: contrastare lo stigma che contribuisce all’isolamento e alla mancata richiesta di auto da parte delle famiglie. Con undici Comunità amiche delle persone con demenza, la provincia di Modena è la prima in Italia per numero di Comuni che hanno aderito al network internazionale Dementia Friendly Community, progetto che vuole permettere alla persona con demenza di rimanere nella propria casa il più a lungo possibile, offrendo ai familiari maggiori risorse e opportunità per sostenere il loro lavoro di cura.

“I contatti nazionali e internazionali, lo scambio interprofessionale e con il grande mondo del volontariato, la sinergia con le istituzioni locali e regionali – dichiarano la Direttrice generale di Ausl Modena Anna Maria Petrini e il Direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Claudio Vagnini –  sono questi i fattori che ci dicono che esiste veramente un ‘modello Modena’ per la cura e l’accompagnamento delle persone con demenza. Un modello che si estende anche ai caregiver a chi si prende cura del proprio caro, nella consapevolezza che la prevenzione, con stili di vita più sani, e la socialità, fatta di supporto all’intero nucleo familiare e occasioni di relazione sul territorio, sono due strade fondamentali per la gestione di questa condizione. Senza dimenticare la parte clinica e la ricerca scientifica che vedono costantemente impegnate le Aziende sanitarie modenesi, con tutti i professionisti delle Geriatrie e delle Neurologie ospedaliere, con obiettivi sempre più sfidanti. Vorremmo che nessuna persona vivesse lo stigma e l’isolamento che questa condizione spesso comporta e la Settimana dell’Alzheimer con tutte le sue iniziative ci aiuta a dirlo con forza, insieme a tutti i cittadini del nostro territorio” 

 

 

I servizi per le demenze: una rete che copre tutta la provincia

Dai dati della rilevazione regionale (31.12.2023) sono 12.628 le persone con diagnosi di demenza in provincia di Modena (di cui 300 con età inferiore ai 65 anni) – rispetto ad una popolazione di 700mila residenti – prese in carico dalla rete sanitaria. Di queste, circa il 60% ha la forma più nota la demenza di Alzheimer.

Il percorso rivolto alle persone con demenza vede una stretta collaborazione tra servizi territoriali in capo all’Azienda USL di Modena e le Unità Operative di Neurologia e Geriatria sia dell’Ausl sia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, con la forte collaborazione delle associazioni di volontariato e dei medici di medicina generale che hanno un ruolo fondamentale non solo per l’intercettazione precoce dei casi ma anche per il rapporto con i caregiver e il monitoraggio nel tempo della malattia, spesso associata alle più diffuse patologie croniche dell’anziano. Un’attenzione sinergica, questa, che permette di ridurre accessi in Pronto Soccorso e ricoveri inappropriati in ospedale.

L’Unità Operativa di Geriatria e Disturbi Cognitivi e Demenze dell’Azienda USL, diretta dal dottor Andrea Fabbo, che è anche il responsabile del Progetto Demenze provinciale e di quello della Regione Emilia-Romagna, è specializzata nel riconoscimento e nella cura del paziente con decadimento cognitivo e coordina in provincia i 10 Centri Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD), di cui 7 territoriali – uno per ogni Distretto sanitario della provincia – e 3 centri ospedalieri (Geriatria e Neurologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e Neurologia dell’Ospedale di Carpi). Essa garantisce la presa in carico delle persone con disturbo cognitivo e demenza, la gestione dei casi complessi, e l’orientamento ai servizi presenti in provincia.

Il Centro di Neurologia Cognitiva dell’Ospedale Civile di Baggiovara (CDCD di II livello nella rete provinciale, responsabile clinico dottoressa Annalisa Chiari) coordina a livello provinciale – con il contributo della Neurologia dell’Azienda USL, diretta dal dottor Mario Santangelo, e del  Centro Disturbi Cognitivi e Demenze di II livello Neurologico dell’AUSL

(responsabile clinico dottoressa Manuela Costa ) –  il percorso dedicato ai pazienti con disturbo cognitivo ad esordio giovanile e si occupa della diagnosi dei pazienti che, indipendentemente dall’età di esordio, necessitano di diagnosi differenziale tramite l’utilizzo di biomarcatori e di neuroimmagini avanzate. Offre inoltre la possibilità di partecipare a sperimentazioni farmacologiche con farmaci sperimentali per la malattia di Alzheimer e la demenza frontotemporale.

Il Centro Disturbi Cognitivi e Demenze della Geriatria Ospedaliera (Direttore professor Marco Bertolotti) è un CDCD di II livello (referente dottoressa Neviani Francesca) prevalentemente attivo nella gestione delle problematiche comportamentali per cui è punto di riferimento per i CDCD di tutta la Provincia e per il Pronto soccorso di entrambi gli ospedali cittadini (Baggiovara e Policlinico) Attraverso l’attivazione di Day Service diagnostico-terapeutici è in grado di prendere in carico temporaneamente e di trattare persone con demenza in fase di scompenso comportamentale o in corso di delirium, sindrome caratterizzata da stato confusionale acuto con  un elevato rischio di mortalità e disabilità, dovuta spesso a cause organiche come infezioni. Promuove inoltre, attraverso quasi 1000 consulenze all’anno nei vari reparti ospedalieri la cultura geriatrica e l’approccio non farmacologico ai disturbi del comportamento.

Alla rete si aggiungono poi le strutture residenziali (Nuclei Demenze per l’assistenza residenziale temporanea nelle Case residenza anziani presenti su 5 Distretti) e semiresidenziali (Centri Diurni Demenze di Modena e Carpi) oltre al Nucleo Ospedaliero ad Alta Intensità Assistenziale (Nodaia) nella Casa di Cura Villa Igea di Modena, reparto specializzato per la gestione e la riabilitazione dei disturbi comportamentali legati alla demenza e una delle pochissime realtà in Italia esistenti in questo ambito.

 

Alzheimer Fest all’Ospedale Civile di Baggiovara (4-5 ottobre 2024)

Il 4-5 ottobre l’Ospedale di Baggiovara ospiterà, per la prima volta in un ospedale,  Alzheimer Fest, la manifestazione nata nel 2017 con la finalità di lottare contro lo stigma legato alla demenza, una sindrome che porta con sé ancora molte paure e pregiudizi e che attraverso diverse iniziative di promozione della salute, di welfare inclusivo e tramite il coinvolgimento del terzo settore. Alzheimer Fest rende protagoniste le persone con demenza e i loro familiari coinvolgendoli direttamente e portando l’attenzione della cittadinanza su temi importanti quali la ricerca, la prevenzione e la cura della malattia, attraverso iniziative coinvolgenti come spettacoli, concerti, dibattiti e workshop. Presto il programma sarà on-line sui canali dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e dell’AUSL di Modena. La stampa è invitata in Piazza Roma a Modena venerdì 4 ottobre alle 11,00 per la cerimonia di apertura che prevederà un momento in collaborazione con Club Modena Motori.