Anche per l’anno 2025 è proseguita la collaborazione tra Guardia di finanza dell’Emilia-Romagna e Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bologna, finalizzata all’esecuzione dei provvedimenti di confisca disposti dalla Magistratura, a seguito di sentenze passate in giudicato.

Giunta al suo terzo anno di attuazione e fondata su un memorandum sottoscritto tra il Comando Regionale Emilia-Romagna e la Procura Generale, con l’importante obiettivo di rendere più efficiente e sistematica l’azione di contrasto patrimoniale alla criminalità economica, tale cooperazione ha consentito all’Autorità Giudiziaria di avvalersi delle specifiche competenze del Corpo, quale forza di polizia economico-finanziaria, allo scopo di individuare gli asset patrimoniali riconducibili anche per interposta persona, a soggetti condannati in via definitiva.

Nel corrente anno, in particolare, la preziosa azione sinergica tra finanzieri e magistrati, valorizzata e sviluppata con mirate investigazioni finalizzate a ricostruire la situazione patrimoniale dei soggetti condannati, ha assicurato all’erario beni e denaro per circa 2,2 milioni di Euro che altrimenti sarebbero andati dispersi.

Nei costanti rapporti con la Procura Generale felsinea il ruolo di referente con compiti di coordinamento operativo con gli altri reparti del Corpo, è stato ricoperto dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna.

L’Autorità giudiziaria, alla luce dell’efficace azione repressiva condotta (40 confische) e degli apprezzabili risultati conseguiti, assicura la prosecuzione dell’intesa anche per il 2026.

Il sequestro di patrimoni illeciti, detenuti in Italia o all’estero, assume un valore anche “sociale”, poiché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate nel tempo dalla criminalità.